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Volesse la terra. Racconti di un romanzo

Editore: 
Cosmo Iannone
Luogo di edizione: 
Isernia
Anno: 
2005

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura
Presentazione: 

"Volesse la terra" crea in 15 diversi frammenti un affresco che ancora in modalità diverse dal testo precedente cerca di definire le ragioni della vita umana, il senso del dolore, l'importanza del piacere e dell'amore.Si comincia col mito: nel mondo di proibizioni di quella valle troppo stretta, sul cui fondo “rantola, si prosciuga o rumoreggia il torrente. Più inutile di un fumo di candela...”dove il curato predica un “dio ingordo di spine” arriva Enziana, una donna diversa dalle altre, bella come una fata. Figlia di un peccato d'amore viene subito rifiutata e temuta come una strega in quella valle triste, ma ha molto da insegnare ad uomini e donne.Alta e con lunghi capelli neri l'estranea riesce almeno per un po' a mutare l'ambiente, come l'ape che raccogli il meglio dei fiori e ne fa dolcezze.E' questo il mondo mitico dell'infanzia, col gusto di cercare le cose proibite, la felicità degli alberi in fiore. “Mangiavo i fiori selvatici... per il desiderio di divorare, di possedere tutto quello che appariva bello. Mangiare la bellezza del mondo!”Ma la valle gli sembra troppo angusta, è “ossessionato da quello che doveva esserci dietro la montagna..” Si allontana per studiare, lascia il paese che ama, ma dove non sa vivere affascinato com'è da un luogo al di là delle montagne. Ritroviamo la biografia: l'esperienza di Asti e l'invincibile impulso a vivere tante vite, a cercare la religione di un Cristo che è venuto a portare la gioia, un Cristo “di una tenerezza così impetuosa, di una così intransigente compassione per la gente maltrattata”.Il libro si fa fitto di personaggi, di storie, di minatori e dei loro figli: la solitudine e la pazzia, giovani con la voglia di morire e amori che resistono al di là della morte. Alcolismo e droga e gli echi della follia politica con il sudamericano torturato e quell'Africa in cui “non c'è quello che dovrebbe esserci”, il dolore che arriva come un'onda da tutto il mondo.La strada per reagire al dolore, alla pazzia, all'ingiustizia è il calore degli amici che parlano insieme e reagiscono con semplice umanità al vuoto del mondo, il vuoto pieno di fracasso e di avidità.La strada ce la indica l'ultima pagina mitica del libro, i bambini Stella e Fiore che volano in alto per dare il via ad un'altra avventura umana, ad altri miracoli.