Tu sei qui

All'Ombra del Baobab in piazza Portèla: buone pratiche di imprenditoria straniera

di Manuel Beozzo

Continuo il viaggio nell'imprenditoria straniera di Trento, imprenditoria in continuo aumento e che a livello nazionale rappresenta quasi l'8 percento sul totale delle imprese, producendo un valore aggiunto stimato in circa 7 miliardi di Euro (dati tratti dal Dossier Statistico Immigrazione 2013, www.dossierimmigrazione.it). 

Mi trovo in un bellissimo quartiere della città presente sulla stampa locale purtroppo quasi esclusivamente per le vicende spiacevoli che lo hanno riguardato: la Portèla. 

Questa volta invece il quartiere fa da scenario ad una storia dal sapore decisamente diverso. Il 26 maggio 2014 ha aperto, in via Roma 26, un nuovo negozio dal nome decisamente suggestivo. Si tratta di “All'ombra del Baobab”, negozio specializzato nella vendita di prodotti artigianali, alimentari e tessuti africani. A rendere questa attività particolarmente interessante non è soltanto il nome e i prodotti venduti ma anche la storia dei suoi proprietari e del modo che ha permesso loro di diventare imprenditori.
Partiamo dai proprietari: Demelle Boubacary (26) e Fofana Soma Makan (22; nella foto). Entrambi sono originari del Mali e sono arrivati in Italia come profughi. Da Lampedusa sono stati destinati al Centro di accoglienza di Marco di Rovereto. Nella chiacchierata fatta con Soma Makan non sono entrato nei dettagli che hanno portato la sua vita dal Mali al Trentino, forse per non volere far rivivere qui momenti, che posso solo immaginare come terribili. Abbiamo invece parlato del negozio e di come lui e il suo socio sono riusciti ad aprirlo. Già nel centro di Marco hanno avuto modo di trovarsi d'accordo sullo stile di vita che volevano avere in Italia, ovvero da persone autonome e non dipendendo dal sussidio pubblico. Le prime esperienze di lavoro in Trentino erano legate ad agenzie interinali, che non davano loro continuità lavorativa ma solamente brevi contratti saltuari. Un primo passo era stato comunque fatto verso l'indipendenza economica, senza sussidi, ma non erano del tutto soddisfatti. Partirono quindi le prime idee: import-export o attività commerciale? Alimentari o oggettistica?

 

 

Decisero per l'attività commerciale, che trattava per l'appunto prodotti alimentari e di artigianato tipici africani. L'idea c'era, ora bisognava renderla reale. I costi per aprire un'attività di questo tipo sono ovviamente alti e coprirli senza una base economica consistente non è facile. La prima svolta venne grazie ad un'indicazione data ai due giovani imprenditori dall'ATAS - Associazione Trentina Accoglienza Stranieri. Il fondo europeo per i rifugiati in collaborazione con il Ministero dell'Interno e altri Enti stavano mettendo in atto un, si legge sul sito, “progetto di avviamento alla micro-imprese rivolto a titolari di protezione internazionale”. Il progetto Re-Lab: Start up your business nasce come possibilità per i rifugiati di essere formarti ed aiutare a dare avvio, in Italia, ad una loro idea imprenditoriale in qualsiasi settore economico. Il progetto si compone di 4 parti: (I) selezione di 120 futuri imprenditori; (II) orientamento e formazione su temi quali l'elaborazione di un progetto d'impresa, di un piano di fattibilità, la normativa italiana in merito, etc; (III) selezione di 20 nuove idee imprenditoriali per avviarle; (IV) selezione di alcune idee imprenditoria che riceveranno un finanziamento (fino ad un massimo di 15.000 Euro) per l'avvio dell'impresa. Nel 2013, anno in cui Demelle e Soma Makan hanno partecipato al corso di formazione e in seguito presentato la domanda per il finanziamento della loro idea, su 96 richieste presentate, a livello nazionale, 6 sono state finanziate, tra cui la loro (per maggiori informazioni su Re-Lab rimando al sito www.ideatua.it). 

 

Se proprio non volete andarci di persona, almeno date un'occhiata alla pagina Facebook del negozio: www.facebook.com/pages/AllOmbra-del-Baobab/320002851482245?fref=ts. Non mi resta che augurare a questi due nuovi giovani imprenditori della Portèla in bocca al lupo, sperando che siano da esempio per altri.