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Racconto

L’ultimo viaggio

Racconto

di Emina Ristovic*

La casa rumoreggia di singhiozzi e voci indistinguibili, immersa nella penombra della sera. La gente del paese non se n’è ancora andata. Le donne si sono strette intorno alla matriarca: c’è chi la abbraccia senza dire nulla e chi spende qualche parola di conforto. Gli uomini fumano in silenzio, gli sguardi umidi posati con delicatezza sul ritratto in bianco e nero di una figura maschile possente. È successo tutto così in fretta, da non permettere a Paolo, undici anni compiuti da poco, di capire e reagire. I grandi non fanno che abbracciarlo: non ne può più. Si sente stanco e confuso. Nel cuoricino si è scatenata una tempesta che non riesce a dominare. Ha voglia di gridare e supplicare gli intrusi di lasciare la sua famiglia in pace. Appena riuscito a dimenarsi dall’ennesima stretta attorno al collo si è rintanato in un angolo del soggiorno in cui nessuno può notarlo. Gli occhi colmi di lacrime sono chiusi, le mani esili abbracciano le ginocchia tremanti. Singhiozza. Lì, a pochi centimetri da Paolo, giace un foglio bianco spiegazzato. L’ha buttato per terra in un momento di rabbia, furioso per la mancata promessa. Ora si pente di quel gesto orribile. Ora pensa solo a come rimediare. Si alza di scatto afferrando quel pezzo di carta appallottolato. Lo mette nella tasca dei pantaloni neri e si avvia verso il portone senza farsi vedere. La voglia di fuggire da tutte quelle persone tristi, che hanno occhi solo per l’omone con i baffi e il suo volto serio, è molto forte. Paolo non lo vuole ricordare così. Con lui il nonno era un uomo diverso, capace di sorridere e di divertirsi. Le sue facce buffe gli mancano così tanto che darebbe tutto per poterle rivedere. Il vuoto che sente dentro è incolmabile. Apre la porta del legno massiccio che cigola, il cane di famiglia ulula nel cortile. Anche lui è triste, ha perso non solo il padrone ma anche un grande amico. Paolo gli fa un gesto con la mano intimandogli di stare calmo e si dirige al suo posto preferito accompagnato dalla luna piena. Bisogna ricostruire, pensa camminando alla svelta. Era stato il vecchio a portarlo al lago per la prima volta e a insegnarli costruire la barca di carta. Le mani robuste lavoravano veloci, lo sguardo attento in direzione del nipote che gettava i sassi in acqua esultando di felicità. «Paolo, vieni qui! — la sua voce roca rimbombava nella valle — È ora di alzare le vele!» Il piccolo corse saltellando. «Adesso facciamo immergere la nostra barca nell’acqua e lasciamo che il vento la porti alla destinazione finale.» «E dove va?» «Verso le terre senza confine dove la gente vive in armonia e pace.» Gli occhi neri di Paolo erano sgranati. «Possiamo venire anche noi?» Viveva per i loro momenti di solitudine nel verde di campagna, quando il nonno lo metteva seduto in grembo e gli raccontava di paesi lontani irraggiungibili dall’occhio umano. Un giorno, diceva, avrebbero intrapreso insieme un viaggio speciale. Paolo doveva tenersi pronto a costruire la più bella imbarcazione che fosse mai esistita. I ricordi sono così netti ora, mentre raggiunge trafelato il loro posto segreto. Non ha paura del buio né di animali che potrebbe incontrare sulla strada. La collera si è placata, il cuore batte forte. È ancora molto triste, però meno di prima. Adesso, finalmente, ha capito il significato di quelle parole. Alla riva del lago si siede per terra e incrocia le gambe. Tira fuori il foglio e lo osserva per qualche istante prima di cominciare a piegarlo. Il volto rigato dalle lacrime si illumina di gioia per l’opera compiuta. Sorride debolmente alzandosi piano, lo sguardo rivolto al cielo stellato. «Questa è per te!» esclama vittorioso. Fa pochi passi, giusto per sentire i piedi leggermente bagnati, e appoggia la barca con la mano agitata sulla superficie trasparente del lago. «Buon viaggio, nonno.»

Emina Ristovic è nata a Kraljevo, in Serbia. Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche ha anche un Master in studi est-europei. Nel 2009 viene pubblicato in Serbia il suo primo romanzo dal titolo “Il virus balcanico”. Dal 2010 collabora nella veste di giornalista freelance con diverse testate online. Nel 2015 scrive il primo romanzo in lingua italiana “L’identità velata”, con cui partecipa al Premio La Giara arrivando in semifinale. Nel 2016 è stato pubblicato nell’antologia del Premio Prato città aperta il suo primo racconto in lingua italiana “Sulle ali della libertà”.