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Vite disegnate

Michel Kichka, La seconda generazione. Quello che non ho detto a mio padre

Rizzoli Lizard, Milano, 2014

 

Questo disegnatore, nato in Belgio e tra i maggiori rappresentanti del fumetto israeliano, affronta il tema della Shoah da un altro punto di vista, insolito e importante, vedendo come è tramandata dai sopravvissuti ai propri figli.

Racconta la storia del padre e i traumi di chi è tornato da Auschwitz, la difficoltà di trovare un senso alla propria vita e la scelta di diventare un testimone perchè quegli eventi fossero noti e non si dovessero ripetere. Ma non solo, ecco che si affaccia anche la vita dell'autore ed è questa al centro dell'attenzione. Il giovane Michel ha un rapporto difficile col padre, sente quasi un senso di colpa per non poter capire cosa ha vissuto, non lo segue nelle visite ad Auschwitz che incessantemente gli propone. Vive come un dolore questa eredità, come se gli volessero imporre una parte di quella sofferenza.

La scrittura che ripercorre i vissuti di tutta la famiglia riesce finalmente a rimetterlo in pace con se stesso.