Questo fumetto, ideato da Re:Common e disegnato dalla giovane Claudia Giuliani, racconta una vicenda realmente accaduta: una operazione di riciclaggio internazionale che ha coinvolto per milioni di dollari politici della Nigeria, affaristi, multinazionali del petrolio, organismi di cooperazione e istituzioni internazionali. È la storia dell'uomo che aveva scoperto il colossale affare e lo aveva denunciato, in un primo tempo inutilmente, la sua drammatica fuga e la sua vita sotto scorta fino alla condanna, almeno, dell'ex governatore dello stato del Delta.
Il racconto a fumetti è integrato da documenti (i memorandum e le lettere ufficiali di denuncia di Dotun Oloko) e resoconti puntuali (il dossier dell'associazione Re:Common "Il delta dei veleni. Gli impatti delle attività dell'ENI e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria"). Ne risulta coinvolta la Shell ma anche l'AGIP, da sempre struttura portante del gruppo ENI, che significa energia italiana, in Italia e nel mondo, ed è controllata al 30% dal governo italiano.
La popolazione che vive nel delta del Niger, 31 milioni di persone, soffre da generazioni a causa del petrolio. La terribile guerra del Biafra, 1967-1970, ha certo avuto a che fare con le riserve petrolifere presenti nei territori a est del delta in gran parte abitati dagli Ibo secessionisti, ma non da meno sono i danni diretti da quando la Royal Dutch Shell ha cominciato a trivellare nel 1958. L'estrazione del petrolio ha inquinato una vasta regione con sversamenti ricorrenti e rifiuti tossici. La Shell e l'ENI hanno ammesso 553 fuoriuscite nel 2014, anche se le attribuiscono a sabotaggi (contestate in questa affermazione dagli abitanti del luogo e dalle ong) e non determinano la quantità di petrolio sversato. *
La pesca, attività basilare, e l'agricoltura sono sull'orlo della paralisi in una area che era ricca e preziosa, con la più grande foresta di mangrovie dell'Africa. La pratica della combustione del gas immette nell'atmosfera anidride carbonica e molti cancerogeni, e il fatto che in Nigeria sia illegale da decenni non vi mette fine. Gli abitanti non hanno nessuna protezione, nessun vantaggio economico, solo un ambiente malsano in cui non è possibile vivere e continue promesse non mantenute di risanamento.
La Nigeria è il principale esportatore africano di petrolio, ma questa sua enorme ricchezza non ha portato sviluppo. Vasti territori un tempo ricchi di vita sono stati abbandonati e risanarli richiederebbe ingenti somme e decenni di attività. Se il 70% della popolazione nigeriana è sotto la soglia di povertà, quella del delta del Niger, seduta sulla ricchezza principale del paese, è la più povera. Niente sembra cambiato dai tempi in cui lo scrittore Ken Saro Wiwa guidava la ribellione degli Ogoni contro la Shell, da quel 1995 in cui venne impiccato dopo un processo iniquo.
Re:Common**, associazione per il controllo pubblico e partecipato delle risorse naturali, in questo fumetto - inchiesta chiede di accertare l'entità degli impatti ambientali e le responsabilità delle compagnie petrolifere, di procedere ad una bonifica ambientale, di compensare le popolazioni locali e di metter fine alla pratica del gas flaring. In pratica chiede all'opinione pubblica ed ai governi europei, quello italiano compreso, di uscire da una mentalità eurocentrica, di imporre alle multinazionali la salvaguardia dell'ambiente e il rispetto delle popolazioni locali e dei loro diritti fondamentali. Il diritto ad un livello di vita decente, all'acqua, al cibo, alla salute, al lavoro.
* http://www.amnesty.it/Nigeria-fuoriuscite-di-petrolio-proseguite-anche-n...
** http://www.recommon.org/
http://www.recommon.org/video-oil-for-nothing/
Maria Rosa Mura