Diciannove brevi racconti che riflettono molti aspetti di una umanità nell'Africa subsahariana. Dal villaggio con le sue antiche credenze, l'orgoglio per i figli che studiano, i cantastorie ed i nuovi predicatori che lucrano sulla religione, le piccole corruzioni dei capi, i tabù che persistono, alla città moderna dei pigri poliziotti, dei faccendieri che vendono gli stessi terreni a più persone, del coscienzioso maggiordomo che diventa geloso del cane, del funzionario integro e isolato, della casalinga gelosa.
Sei racconti tradotti in italiano per la prima volta e di cui il primo dà il titolo alla raccolta.
Da Cuba dove è emigrato, Manuel torna ad Haiti e la trova ancora più impoverita. Nei lunghi anni di lontananza ha imparato a non rassegnarsi. Cerca quindi l’acqua per irrigare quella buona terra inaridita e si sforza anche di riconciliare le due fazioni ostili in cui s’è diviso il suo paese. Ma sarà necessario un sacrificio di sangue per riemergere dalla povertà e dal rancore.
Il testo è autobiografico, ma della protagonista, portoghese-angolana, si parla in terza persona.
Il breve romanzo dello scrittore afgano, che ora vive a Parigi, racconta il viaggio di un nonno con un nipote, nell’Afghanistan dell’occupazione sovietica degli anni Ottanta, per raggiungere Morad, il rispettivamente figlio e padre al lavoro in una miniera. Il pesante fardello che consuma l’anziano è il dovere di informare il figlio che la sua famiglia è stata cancellata dai bombardamenti e l’unico figlio rimasto, che porta con sé, ha perso l’udito.
Il romanzo è presentato nella puntata radiofonica di Cammei il primo maggio 2009, Radio due regionale.
Un gruppo di guerriglieri angolani è in azione contro i portoghesi nella foresta vergine del Mayombe. Tra loro si sviluppano legami, amicizie, ostilità, raccontati nello svolgersi dei fatti e con pagine affidate a diversi io narranti. Più che un resoconto di guerra il testo è un'analisi dei rapporti degli uomini del gruppo tra loro e con le persone che amano, nonché un puntiglioso esame delle loro azioni: un libro complesso, di riflessione etico-politica, di azione e di sentimenti.
Ci troviamo in Messico, un paese dominato da una classe dirigente corrotta e che sta diventando preda del capitalismo nordamericano che cancella le sue tradizioni. Nel mondo è scoppiato il conflitto arabo-israeliano che trova echi a livello di scuola e di quartiere. Questo lo sfondo su cui si sviluppa, appena accennato, il tenero sentimento d’amore di un ragazzo.
I dipendenti neri della linea ferroviaria Thiès-Dakar-Bamako, nel Senegal, organizzarono nel ’47 uno sciopero di sei mesi. Il romanzo rievoca questo fatto storico, la lotta durissima con morti e prigionieri, la fame inenarrabile, l’attiva partecipazione delle donne che, nell’emergenza, superarono i confini del loro ruolo tradizionale.
E’ la vita di un poeta che si innamora e vive all’ombra della più famosa cantante araba dei nostri tempi, Umm Khaltum, un rapporto intenso e profondo che li accomuna nell’arte e per l’intera esistenza. Sullo sfondo l’Egitto dall’epoca coloniale al momento della morte dell’artista nel 1975, dal re Fuad e suo figlio Faruk a Nasser, Sadat e alle guerre contro Israele.
Perché mettersi a scrivere? Munif è un economista, ma a partire dal 1973, a quarant'anni, comincia a dedicarsi alla scrittura con sempre maggiore convinzione e producendo opere monumentali. La sua poetica viene esplicitata in questo romanzo quando il protagonista dichiara di avere due progetti che lo ossessionano: scrivere e andare a Ginevra a portare le sue denunce.