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Prijedor ( Tratti di storia condivisa per una pace possibile )

Domenica, 25 Marzo, 2007 - 00:00

lunedì – venerdì: 8.30 - 20.30 sabato: 8.30 -­ 18.30 Biblioteca Comunale via Roma, 55 Trento

La mostra raccoglie le immagini di una città e di un tempo che non ci sono più. Uno sguardo pieno di nostalgia, forse malinconico, ma che pure cerca nelle radici i tratti condivisi sui quali costruire il proprio futuro. Racconta di una delle città fra le più giovani della Bosnia Erzegovina, nata nel XVII secolo sulle rive del fiume Sana, al confine tra gli imperi Turco Ottomano e Austroungarico. La mostra ci parla della prima ferrovia in Bosnia Erzegovina, che attraversò Prijedor nel 1873, dell’incendio che distrusse quasi l’intera città nel 1882 e di come la stessa, come una fenice, rinacque diventando presto più grande e bella. E’ la storia delle prime scuole, dei cori polifonici, delle discipline sportive che oggi non ci sono più, degli edifici costruiti durante il periodo austroungarico che ancora oggi resistono all’incuria e alle follie del consumismo. Della lotta per l’indipendenza, della seconda guerra mondiale, della resistenza al nazifascismo, nella quale questa città e la sua montagna, il Kozara, hanno patito le sofferenze più grandi, come la morte di migliaia di bambini e adulti nel campo di concentramento di Jasenovac. E’ anche la storia di Prijedor dopo il secondo conflitto mondiale e della speranza in un futuro migliore. La mostra racconta del passato, con lo sguardo rivolto al presente e al futuro. Perché non c’è futuro senza memoria condivisa. La mostra è uno dei risultati della collaborazione tra il Museo “Kozara” di Prijedor e il Museo Storico in Trento. Si inserisce nell’originale esperienza di cooperazione comunitaria tra il Trentino e Prijedor lungo un percorso avviato nel 1996 in uno dei luoghi tragicamente simbolici della “pulizia etnica” degli anni ’90. Una cooperazione diversa, quella del Progetto Prijedor (progetto.prijedor@libero.it), fondata sui concetti di prossimità (conoscenza) e reciprocità (il riconoscersi parte di un comune destino), che coinvolge decine di enti locali, associazioni di volontariato e singoli cittadini. Riconciliazione, cura e valorizzazione delle risorse del territorio, partecipazione e crescita della società civile, attenzione verso i soggetti più deboli, sono gli ambiti di una relazione di amicizia che, nella solidarietà, ci aiuta a capire meglio il nostro tempo.