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Le verità negate. Storia, cultura e tradizioni della popolazione romaní

Editore: 
Meltemi
Luogo di edizione: 
Milano
Anno: 
2021


Recensione: 
Santino Spinelli con questo nuovo ponderoso testo continua il suo pluridecennale lavoro di approfondimento del mondo ricco e complesso della popolazione romanì a cui appartiene, intenzionato a farla conoscere e a superare i pregiudizi tutti negativi che la impastoiano e che aprono le porte anche oggigiorno a qualunque vessazione.
In 684 pagine riprende la vicenda storica dalle antiche migrazioni da una vasta area nel nord ovest dell'India, in ondate successive, sulle più antiche delle quali abbiamo scarsa documentazione, supposizioni - leggende - riferimenti linguistici, mentre invece del periodo successivo al XIV secolo abbiamo certezza documentale.
Le misure repressive sono una costante che ha colpito la popolazione romanì (rom, sinti, calè/kalè e romanichals). Arrivati in Europa, costretti al nomadismo non per natura ma dall'impossibilità di trovar accoglienza e radicarsi, i diversi gruppi del popolo romanì conoscono vere persecuzioni: per secoli la schiavitù nei Principati Danubiani, abolita per ultimo in Romania solo nel 1864, ma repressioni e divieti di ogni tipo in tutta Europa e anche negli stati italiani. Con l'esplosione delle teorie eugenetiche e razziali nasce l'idea della 'piaga zingara', si procede a registrazioni e controlli, a schedature e discriminazioni su base etnica di rom e sinti che portano direttamente allo sterminio di epoca nazista e fascista.
Il Samudaripen, il genocidio di cinquecentomila rom, sinti, calè/kalè e romanichals, comincia solo ora ad essere riconosciuto, ma il riconoscimento è stato molto tardivo e solo morale, per la Germania parliamo del 1988, e i discendenti delle vittime non hanno ottenuto nessun risarcimento per i beni confiscati dai nazisti. L'Italia fascista ha ampiamente collaborato all'internamento e alla deportazione in Germania dei suoi cittadini rom e sinti (come degli ebrei), ma la Giornata della Memoria istituita nel 2000 non fa alcun cenno a loro e non si onorano i partigiani rom e sinti.
E d'altra parte il Samudaripen non è stato nè l'unico nè l'ultimo abominio. Spinelli ne documenta molti e in tutti gli stati europei, si pensi alla Svizzera e alla sua feroce negazione di una minoranza etnica con ad esempio il progetto, dal 1926 al 1972, di bambini strappati alle famiglie e istituzionalizzati, la voce della poeta Mariella Mehr ancora ne urla la sofferenza. Si pensi ai cosiddetti campi nomadi, un'invenzione linguistica e amministrativa tutta italiana, vero strumento di segregazione razziale, che confina i 'brutti e cattivi zingari' in ghetti che di tanto in tanto 'sgombera' senza dare alternative vivibili. I pregiudizi negativi verso questa popolazione consentono azioni disumane nell'indifferenza generale, mentre non mancano fondi europei per la difesa delle minoranze etniche e la valorizzazione delle loro culture, compresa la popolazione e la cultura romanì.
Il libro dedica ampia parte anche a far vedere da vicino la complessità del romano them, il mondo romanò, con le sue diverse comunità, con le loro specializzazioni in particolari mestieri, con la sostanziale uguaglianza di fondo, linguistica, di valori culturali ed etici, di organizzazione familiare e sociale. Ne racconta riti, proverbi e racconti, le diverse religioni, anche la ricca gastronomia.
L'autore elenca e nomina una ad una le persone che per le loro capacità e l'alto ruolo nei più diversi campi possono dare una immagine positiva di un popolo visto sempre e solo come una piaga sociale. Un intero capitolo è dedicato agli artisti, che non sono solo musicisti, pur essendovene molti di famosi, ma anche pittori e scultori, romanzieri e creatori di un teatro romanò.
In tempi recenti le varie anime del romano them hanno cercato di collaborare e riunirsi in rete per farsi conoscere e contrastare la narrazione dominante che li emargina e non li riconosce nei loro tanti aspetti positivi di minoranza, la più grande minoranza etnica nell'Unione europea. Le difficoltà socioeconomiche, la dilagante dispersione scolastica, i ripetuti stereotipi negativi ne fanno gli eterni stranieri, diversi e nemici, pregiudizi funzionali a mantenere a portata di mano un capro espiatorio buono per tutte le stagioni. Permane così, nell'ignoranza generale, l'esclusione della popolazione romanì, fatto inaccettabile nell'Europa dei nostri giorni che pretende di fondarsi su uno stato di diritto e di uguaglianza.

Per questo risulta particolarmente importante il lavoro saggistico, puntuale e accessibile, di un rom che rivendica le eccellenze rom che percorrono la storia e del romano them sottolinea gli aspetti positivi di cui mai si parla: verità negate.

 
 

 

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura
Presentazione: 

Innanzitutto conoscere: il mondo romanò presentato da un rom italiano con ampia ricchezza di documentazione