Tu sei qui

L'incontro

Editore: 
Nottetempo
Luogo di edizione: 
Roma
Anno: 
2010
Traduttore: 
Roberto Merlo


Recensione: 

Questo romanzo ha una tessitura fine e complessa, varie vicende si intrecciano nel disegno, molte voci raccontano storie del presente, del passato, dei miti letterari. Il professore, la moglie, il nipote della donna amata in gioventù, gli uomini della Securitate, e poi la folla parolaia dei pretesi amici e parenti, un vero coro greco di voci dissonanti che parlano, commentano e inventano.
Manu Traian è un esule rumeno, ora cittadino italiano e professore di biologia, che rientra nel suo paese invitato a tenere una conferenza. È l'uomo che vede in sogno il banchetto dei familiari che non lo riconoscono più, nemmeno sua madre («Ti guarda stupita: Cosa vuoi, straniero?»), l'uomo per cui ritorna continuamente l'incubo della fuga e dei pericoli corsi , l'uomo che non capisce più il paese in cui arriva, rimasto isolato dal mondo da anni di dittatura. Una moderna Odissea, poema a lungo e amorevolmente citato, "ogni esiliato è un Ulisse, in cammino verso Itaca", dice nell'esergo Mircea Eliade. Un dramma poetico, sviluppato in pagine che danno ampio spazio all'ironia, incentrato sulle difficoltà per un esule di comunicare con il suo paese, "il paese che è stato nostro e non è più di nessuno" (Emil M.Cioran).
«E tutti quanti continuavano a dire che mi pensavano, che mi aspettavano...ma per cosa, mi chiedo, se non ci eravamo neppure mai visti prima di allora? Così, ogni volta che mi trovavo insieme a loro mi tornava il sospetto, chi saranno mai tutte queste persone? Che siano davvero miei parenti, oppure soltanto degli estranei che ne recitano la parte?, mi domandavo. E ancora non so la risposta....» Non può esserci rapporto con queste persone sconosciute e quelle amate non sono più in vita; quelli che crede più vicini e affettuosi, che lo accompagnano e risolvono ogni problema, sono in realtà informatori della polizia.
È un viaggio condotto in tarda età, faticoso, specie per l'ondata di emozioni che porta con sé. La moglie Christa ha cercato fino all'ultimo di convincerlo a non accettare l'invito, a non andare. «Ma esporti come fai tu, adesso, a tutti questi rischi, sopportare tutte queste emozioni, perché? Credimi, tesoro, non puoi tornare in un luogo sperando di tornare indietro nel tempo! Ciò che vuoi ritrovare non esiste più da nessuna parte se non nella tua testa». Lo sa bene lei che cos'è la nostalgia, lei che senza accorgersene è tornata in bicicletta da scuola verso la vecchia casa di famiglia ormai venduta per necessità, la casa dell'infanzia con le grandi stanze dai soffitti alti, troppo costose da scaldare «in cui tutti avevamo freddo», col platano che ombreggia la finestra di quella che un tempo era la sua stanza.
È lei l'altro personaggio di rilievo, che con i suoi racconti, con i suoi ricordi, rievoca il suo di paese, la Germania di Hitler, la vita difficile di una famiglia antinazista, le rovine materiali e psicologiche di una guerra. Nel continuo colloquio con il marito, in quello che dice, con le sue emozioni e nei suoi silenzi, fa risaltare le analogie di due diversi regimi, quello cresciuto sotto l'ombra di un Führer, quello alimentato da un Conducator.
Le dittature sono sempre contro la vita: se la prima ha provocato immani tragedie, anche la seconda ha reso grigia e piena di paura le vite dei rumeni, ne ha eliminato gli spiriti più forti. La Securitate poco alla volta costruisce un assurdo dossier «Lo Scienziato», su Traian e su chiunque incontri. Sono pagine queste che cambiano ancora linguaggio, a volte in forma di schede dattiloscritte e con impietosa presentazione dei protagonisti.
È Daniel, il nipote della donna che un tempo era stata al centro dei suoi pensieri, a smascherare falsità, a mostrare le paure che il protagonista appena intuisce. È Daniel il visitatore notturno che non riesce a farsi avanti e a parlargli, che avrebbe potuto essere nipote suo, «io ero lui che non era partito, ero lui che sarebbe tornato».

Il traduttore Roberto Merlo consente con le note al testo di orientarsi nella storia e cultura rumena, con la nota finale di ritrovare agevolmente i legami letterari.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura