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Settimana nera

Editore: 
Mondadori
Luogo di edizione: 
Milano
Anno: 
2021


Recensione: 

Una scelta coraggiosa, quella di ripubblicare a sessant’anni di distanza il romanzo di Emanuelli. E' ambientato a Mogadiscio negli anni Cinquanta, anni in cui gli ex colonizzatori italiani tornavano in Somalia per “insegnare la democrazia”, anni dell’amministrazione fiduciaria. Questo clima non è molto diverso da quello di qualche tempo prima, in quanto permangono, in forme solo talvolta più subdole e meno esplicite, violenze, razzismo e abusi. Destinataria di soprusi di tipo sessuale è una donna somala, Regina, l’atteggiamento nei confronti della quale da parte dei maschi bianchi non si discosta minimamente dalle dinamiche coloniali: il corpo femminile è un baluardo da gestire, possedere, è merce di scambio. La bieca inettitudine e l’atteggiamento autoassolutorio nei confronti delle violenze che perpetra verso di lei rendono il personaggio maschile, Farnenti, (un ex fascista riciclatorsi in colonia) difficile da digerire agli occhi di lettori e lettrici odierne e per questo è importante che un testo così si legga: per evidenziare dinamiche odiose, il cui retaggio ancora si misura oggi, e per accrescere consapevolezza. Il silenzio assordante di lei – anch’esso faticoso da tollerare anche se pressoché inevitabile in quel contesto – ha il pregio di conferirle quella dignità e quell’atteggiamento nobile che rendono l’uomo che la sfrutta un individuo ancora più piccolo e che lo colloca idealmente in quella galleria di ritratti di maschi bianchi in colonia magistralmente rappresentata dal protagonista di Ennio Flaiano in Tempo di uccidere. Da segnalare l’introduzione al testo di Igiaba Scego.

Autore della recensione: 
Silvia Camilotti