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La libreria di Anila

La libreria di Anila, Albania, fine anni '70, anni '80

 

...la storia del muro e' molto delicata. Certe ferite si rimuovono, bene che vada ma non si superano. La nostra generazione è fregata. Ti ricordi bene rispetto alla mia libreria. Non posso darti una conferma scientifica, ma il senso te lo confermo. Leggere in italiano, come scritto nel libro, era un modo per leggere quanto non disponibile. In questo il maestro era mio fratello. Io l'ho solo copiato. E la censura era terribile. A casa mia furono sequestrati libri (non so quali) il giorno che cambiò la mia infanzia [con l'arresto e poi la condanna del padre, oppositore politico del regime]. I miei, tuttavia, avevano libri messi da parte destinati alla nostra (mia e di mio fratello) adolescenza. Io, in quanto seconda, ne ho goduto con tre anni d'anticipo. Le ragioni per le censure erano tantissime, sia di natura ideologica - religione, capitalismo e altre cose non inquadrabili nella linea del momento - sia di natura politica (estera) - quando rompevano rapporti ne facevano le spese persone e libri riconducibili a quel paese. Eravamo isolati da tutti, tu pensa un po'...

Per quando riguarda le letture: la situazione era contraddittoria, da un lato c'era una forte censura, dall'altro veniva insegnata al liceo letteratura internazionale. Il criterio era ideologico. Andavano bene scrittori come Jack London, Hemingway, Pushkin, Tolstoi, Maupassan, Lermontov, Dickens, Remark, Gorkij, Victor Hygo, Servantes, Vern, Assimov ecc.
Il primo, libro che ho letto era Pinocchio (sei anni), poi ho letto Cipollino (forse di Gianni Rodari), poi folclore albanese (fiabe bellissime), Oliver Twist, Senza famiglia (Hygo). Da adolescente i miei titoli preferiti erano : Martin Eden, David Cooperfield, La certosa di Parma, Avere o non avere, Niente di nuovo dal fronte occidentale, L'arco di Trionfo, Uomini e topi (questo se non sbaglio in italiano), L'isola della buona speranza (Vern), Ventimilla miglie sotto il mare, La figlia del capitano, Mont Oriol, L'anno '93, le poesie di Kadare (e' un poeta fine) e tanti altri. Non mi ricordo di tutti. Leggevo moltissimo perché ero un'adolescente a dir poco scontenta. La scure della censura cadeva su libri con risvolto religioso o "reazionario" (qui finivano i libri contemporanei dei paesi ostili - molti, tanti, se non ricordo male Doestoevskij e Kafka non andavano bene). Ma non me lo sono chiesto molto. Avevo tantissimo da leggere. Insomma, nonostante la ferocia stupida della censura, noi avevamo una formazione abbastanza internazionale. I principali autori erano insegnati al liceo. Andava malissimo invece con la filosofia. Puoi immaginare che cosa ci facevano leggere. Bene invece la scienza (Ajnstein piaceva moltissimo). E benissimo la fantascienza, come in tutti paesi dell'Est.