Lei è Negar e lui Ashkan, sono ventenni, suonano. Fanno musica indie rock, in particolare. Di guai con la giustizia ne hanno già avuti, dato che hanno osato partecipare ad un qualche concerto proibito dal regime. Ma si profila per loro la possibilità di suonare in Europa. Non vogliono andarsene per sempre, perchè ciò che vorrebbero è poter fare una cosa necessaria e banale come suonare e comporre nella loro terra. Cercano passaporti e la possibilità di andarsene per qualche mese (anche se il loro grande desiderio sarebbe quello di poter organizzare a Teheran un concerto, e che magari i loro genitori li sentano suonare, almeno una volta nella vita), così si affidano ad uno sgangheratissimo traffichino, Nader, che si offre di aiutarli ad ottenere passaporti falsi e il nulla osta governativo alla partenza. Tra interminabili pellegrinaggi in motorino per le vie di Teheran, bussando ad ogni porta e cercando di mettere assieme una band, tra vicoli macerie donne velate e censure e veti insopportabili per stupidità ed assurdità, quella che viene alla luce è una realtà sotterranea ed inspiegabilmente carica di speranza e vitalità (quanto ci sentiamo invertebrati…), fatta di stalle, cantine e solai in cui improvvisare sale prove, facendo attenzione a non farsi arrestare al primo riff di chitarra per la denuncia di qualche vicino particolarmente zelante ed osservante, verso un amaro epilogo.
Le storie parallele di due uomini e due donne, due viaggi attraverso il cuore della cultura buddista del Bhutan. Il giovane Dondup vuole andare in America; iniziato il viaggio, incontra un monaco che gli racconta la favola di Tashi, un "sognatore" come lui. Come Tashi, anche Dondup si innamora di una fanciulla, e non è più certo dei suoi propositi di fuga.
Zinos, un giovane greco emigrato in Germania dove è divenuto proprietario del ristorante "Soul Kitchen", sta attraversando un periodo sfortunato. Nadine, la sua ragazza, si è trasferita a Shanghai, i suoi clienti abituali boicottano il nuovo chef e soffre di terribili dolori alla schiena. La situazione sembra migliorare quando un giro giusto di persone abbraccia la sua nuova filosofia culinaria, ma non basta a sedare il desiderio di volare in Cina per raggiungere Nadine, consegnando il ristorante al fratello Illias, un ex detenuto con il debole per il gioco. Entrambe le decisioni si riveleranno catastrofiche: Illias si gioca il ristorante che finisce nelle mani di un losco agente immobiliare e Nadine, che incontra inaspettatamente all'areoporto quando sta per imbarcarsi per la Cina, ha un nuovo ragazzo. I due fratelli, che non vogliono arrendersi, ritrovano fiducia e complicità rimettendosi in gioco. Una commedia frizzante con interpreti molto abili nel tratteggiare i differenti personaggi in una Amburgo ricca di colori e persone.
Vedovo, pensionato dalla Ford in cui ha lavorato tutta la vita dopo aver combattuto in Corea, Walt Kowalski (Clint Eastwood) è un uomo pieno di pregiudizi che vive in un quartiere operaio di Detroit circondato da immigrati asiatici. Walt manifesta apertamente il proprio razzismo contro i coreani, nato durante la guerra in Corea, dove morirono molti suoi amici. Gli unici affetti rimasti a Walt Kowalski sono un garage pieno di attrezzi che non servono più e una Ford Gran Torino. Ma quando il figlio dei vicini tenta di rubare la Ford, Walt Kowalski è costretto ad interagire.
L'ambientazione e i temi che il film affronta non escludono, come si può prevedere, scene di violenza.
Il solitario professor Walter Vale, un accademico che insegna economia nel Connecticut, torna a New York per una conferenza e al suo arrivo trova il suo appartamento in città - da lungo tempo lasciato disabitato - occupato da una coppia di immigrati illegali: Tarek (Haaz Sleiman) e la senegalese Zainab (Danai Gurira). Dopo il primo momento di spavento e di sconcerto, si
stabilisce un dialogo e, poiché i due non saprebbero dove andare, il professore accetta di dare loro ospitalità. Il contatto casuale si trasforma in un’occasione importante che cambierà molte cose nelle vite dei tre protagonisti.
Salma Zidane vive in Cisgiordania, ha 45 anni ed è rimasta sola da quando suo marito è morto e i suoi figli se ne sono andati. Quando il Ministro della difesa israeliano si trasferisce in una casa vicina a quella di Salma, la donna ingaggia una battaglia legale con gli avvocati del Ministro che, per motivi di sicurezza, vogliono abbattere i secolari alberi di limoni nel suo giardino, che rappresentano il suo unico sostentamento. Ma Salma non lotterà da sola. Infatti, oltre al supporto del suo avvocato - un trentenne divorziato con cui nasce un profondo sentimento amoroso - Salma troverà inaspettatamente anche quello della moglie del Ministro che, stanca della sua vita solitaria per gli impegni del marito, prende a cuore il caso della sua vicina di casa palestinese.
Il film si ispira al libro "Donne senza uomini" di Shahrnush Parsipur e narra la storia delle vite intrecciate di quattro donne iraniane nell'estate del 1953, un periodo catastrofico nella storia iraniana, quando un colpo di stato guidato dagli americani e appoggiato dagli inglesi depose il Primo Ministro democraticamente eletto, Mohammad Mossadegh, e restaurò lo Shah al potere. Nell'arco di alcuni giorni, quattro donne appartenenti a classi diverse della società iraniana si ritrovano insieme sullo sfondo dei tumulti politici e sociali. Fakhri, una donna di mezza età intrappolata in un matrimonio senza amore, deve fare i conti con i sentimenti che prova nei confronti di una vecchia fiamma. Zarin, una giovane prostituta, cerca di fuggire quando si rende tragicamente conto che non riesce più a vedere i volti degli uomini. Munis, una giovane donna con una coscienza politica, deve resistere all'isolamento che le impone il fratello religioso tradizionalista, mentre l'amica Faezeh resta incurante dei disordini nelle strade e sogna soltanto di sposare il dispotico fratello di Munis...
Una recensione si legge qui: http://www.movieplayer.it/articoli/06092/neri-fantasmi-danzanti-verso-il...
Sono 25 milioni i discendenti di immigrati italiani che vivono oggi in Brasile, quasi tutti pronipoti di quanti, a partire da fine ‘800, abbandonarono un’Italia, perlopiù contadina e povera, per un continente che prometteva ricchezza e benessere. Ma in appena un secolo i flussi migratori si sono completamente rovesciati. Se prima l’Italia era un paese da cui fuggire, essa è divenuta adesso parte di quel Primo Mondo a cui tutti aspirano. Solo la condizione dei migranti non sembra cambiare.
Il film racconta le vicende di Gaetano e di Alì. Il primo vive a Parma con la zia.
Il padre Antonio è emigrato in Germania dove progetta di aprire un bar e vuole che anche Gaetano lo segua, che anche questi fugga da una terra che per lui ha sempre rappresentato miseria e morte. Ma Gaetano non vuole partire, un legame forte, per certi versi inspiegabile, lo tiene legato alla sua terra. Lì è sepolta sua madre con la quale continua a dialogare nelle frequenti visite alla sua tomba. Alì è invece un migrante clandestino, sfruttato come lavoratore irregolare, costretto a riprendere una fuga senza meta che sembra infinita.
Le storie parallele dei due personaggi ad un certo punto finiranno per incrociarsi, per specchiarsi l'una nell'altra, accomunate dalla disperata condizione dell'impossibilità di gestire ed orientare il proprio destino.
Dal suo paese nel nord della Sardegna, il ventenne Massimo arriva a Cagliari per gli studi universitari e per lavorare nel disco-bar dello zio Giuseppe. Brillante e ironico, appassionato conoscitore di letteratura, Massimo si dedica alla scrittura ed ha l’obiettivo di far pubblicare un suo romanzo. Si ritrova in un contesto che ha ormai tutti gli aspetti di una moderna città multirazziale (Cagliari, quartiere della Marina), si infatua di una giovane danzatrice cubana attraverso la quale conosce alcuni artisti che lavorano con materiali riciclati, costituendo una nuova filosofia del vivere contemporaneo il cui solido concetto di base è che “tutto torna”. Ma come in ogni “romanzo di formazione”, la sua quotidianità ricca di curiosità e stimoli sarà presto messa in crisi.