Amara Lakhous torna in libreria con un avvincente romanzo giallo. L’autore porta nel titolo una verginella e via Ormea. Tra questi due elementi è racchiusa l’intera vicenda. Fa da sfondo la Torino dei giorni nostri dentro la quale si muove una famiglia medio borghese con la sua verginella di quindici anni, un cugino nero, una nonna matriarca e tutti gli abitanti di questa famigerata via Ormea. Una tragedia colpisce la più conservatrice di tutte le famiglie torinesi: Virginia, rigorosamente vergine anche nel nome, viene stuprata proprio nella via in cui abita. Nulla sarà più come prima.
25 dicembre 1996: nel Canale di Sicilia 283 migranti muoiono mentre vengono trasferiti da una vecchia imbarcazione su un peschereccio che avrebbe dovuto portarli a terra. Vengono dall'India, dal Pakistan dallo Sri Lanka, i parenti li cercano disperatamente, ma nessuno se ne preoccupa, nemmeno i pescatori nelle cui reti restano impigliati i loro cadaveri.
Alcuni tra gli autori più noti per la letteratura d'infanzia si incontrano in questo volume che raccoglie storie, vere, di bambini migranti: Alex, che fuggì da Sarajevo; di Gina, che emigrò negli Stati Uniti; dei due fratellini haitiani adottati; del piccolo Hazem, che dalla Siria arrivò in Germania; del giovane Hailè, giunto in Italia dall'Eritrea; della famiglia di Ferrara che trovò riparo in Svizzera; di Claudia, la piccola rom; di Casimiro, che viaggiò dalla Polonia a Milano in un TIR; di Emanuele, che ora vede la sua Napoli solo alla TV; di Shaira, che cercava un luogo pacifico dove fa
Con questo testo Mujčić affronta, sotto un'altra luce, il tema (tristemente autobiografico) della guerra in Bosnia a partire da una famiglia di esuli in Italia che affronta il viaggio di ritorno per assecondare le ultime volontà di Nana, figura forte di nonna che esprime il desiderio di essere sepolta nella sua terra d'origine. Il romanzo racconta dunque un viaggio materiale (e non solo) verso una terra perduta e molto amata.
Erminia Dell’oro ritorna sui temi a lei cari, guardando a un pubblico per il quale ha già scritto molto, quello dei più giovani. In realtà questo testo è adatto a ragazzi, più che ai bambini, e si caratterizza per la linearità della narrazione, la scorrevolezza della storia, senza tuttavia togliere nulla al dramma che racconta, pur non scivolando in toni stucchevoli, compassionevoli o strappalacrime.
In un piccolo paese a nord est del Cairo vive Selim. Suo padre gli ha insegnato il rigore e il senso di sacrificio, negandogli i desideri, ma Selim è tenace e non si accontenta della vita che il destino gli ha riservato, e così, con l’incoscienza e la forza dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto e la Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l’Italia.Dopo fatiche, stenti e preghiere sussurrate, il viaggio lo conduce in Sicilia, insieme a centinaia di migranti in cerca di sogni.
Dalla Puglia al Piemonte, passando per la Lucania, il Lazio e la Campania, i braccianti immigrati sono sempre più spesso vittime di un caporalato feroce, che li rinchiude in veri e propri “ghetti a pagamento”, in cui tutto ha un prezzo e niente è dato per scontato, nemmeno un medico in caso di bisogno.
Sebbene non si tratti di un romanzo, ma di una sorta di reportage giornalistico che racconta, senza ovviamente l'ambizione di esaurirla, l'esperienza di migrazione cinese in Europa e in particolare in Italia, il libro risulta di lettura godibile quale quella di un romanzo. Il taglio personale, in cui la giornalista racconta la sua esperienza sul campo, a contatto con i migranti cinesi a cui dà voce, rende in tal senso questo volume un oggetto ibrido al confine tra fiction e saggio.
Youssef e Maryam sono amici da sempre. Ma l'arrivo della guerra li separa: Maryam deve partire con la mamma, su un barcone. Da quel giorno, Youssef disegna una caravella sul muro della sua casa. E' la nave delle scoperte che, spera, lo condurrà a ritrovare Maryam. Anche se la caravella crollerà, insieme alla sua casa, sotto le bombe, il sogno di Youssef troverà il modo di avverarsi. Qui il booktrailer
Uscito in anteprima in edicola il 16 dicembre 2015, con il quotidiano “Il Manifesto“, che ha pubblicato gran parte delle vignette contenute nel libro, il testo di Mauro Biani nasce con un progetto di crowfunding e ripercorre con uno sguardo complessivo le vicende dei viaggi verso l'Europa, e ne rende ancora più esplicito il dramma.