Siamo nell'estate 1915, un piccolo gruppo di persone, tre donne, un bambino e un uomo, sono in fuga verso le montagne. Hanno perso tutto, familiari e casa, nel massacro operato dai turchi nella valle di Mush, ma nella tragedia trovano ancora un motivo per vivere: mettere in salvo un libro di enorme valore per la loro cultura, un grande manoscritto del 1200, pesante più di 27 chili, tanto che lo dividono in due per riuscire a portarlo.
Il libro di Giuseppina Sanna nasce nell'ambito del suo dottorato di storia politica e sociale dell'Europa moderna e contemporanea dell'Università di Roma Tor Vergata e gode di una ricca consultazione di documenti sia italiani sia francesi.
Anche questo romanzo nasce dall'impegno civile dello scrittore che sente, verso i compagni che non sono potuti sfuggire come lui al carcere e alla morte, un dovere di testimonianza e di memoria. Ha già narrato la loro lotta contro il regime degli ayatollah, ha rivissuto la storia iraniana della seconda metà del '900, ora getta lo sguardo più indietro nel tempo per raccontare al suo pubblico europeo storia e ricchezza delle tradizioni persiane.
È il racconto dell'esperienza di una libraia marocchina, della sua esistenza legata al libro, delle iniziative che ha attuato per difenderne il valore, trasmettere conoscenze e promuovere lo sviluppo di una mentalità critica che passa "attraverso i tempi lenti e il respiro che dà la lettura".
La traduttrice Laura Branchini ci spiega che questo volumetto di poesie fu redatto tra il 1983 e l'84 quando Gelman era profugo in Europa e rappresenta una sorta di ri/scrittura di poeti antichi, come precisa nell'exergo anche l'autore. Dice di chiamarle "Com/posizioni" perchè ha introdotto cose sue nei testi scritti da grandi poeti secoli prima: "fui colpito dalla loro visione dell'esilio, e aggiunsi - o cambiai, camminai, offrii - ciò che io stesso sentivo, come contemporaneità e compagnia? mia con loro? a rovescio?
Si tratta della terza edizione di un saggio storico sulla lotta imperialista che ha impegnato Gran Bretagna e Russia per buona parte dell'Ottocento in Asia centrale, nelle terre dal mar Caspio alla Cina. La Russia estendeva i suoi territori verso oriente di una media di 150 chilometri quadrati al giorno, l'Inghilterra cercava di proteggere a nord i suoi possedimenti indiani.