LA LUNA A DONDOLO è un progetto condotto da IL GIOCO DEGLI SPECCHI su richiesta del Comitato per il Volontariato d'Impresa Gruppo Itas Assicurazioni e con la collaborazione di
altre associazioni del territorio.
È rivolta in particolare alle donne ed ai bambini, specie nella prima infanzia.
Per le donne di origine straniera è previsto un laboratorio di lingua italiana, ci si concentrerà sulla produzione orale e sulle competenze linguistiche richieste nella quotidianità, mentre i bambini
potranno giocare con personale qualificato.
Un'antologia di racconti sospesi tra realtà e miti, vita e sogni, appunto, in un andirivieni tra differenti ambientazioni, italiane ed africane. Come recita l'introduzione di Piersandro Pallavicini: "Sono racconti che vengono da fonti diverse, alcuni d'occasione, altri scritti per partecipare a concorsi e antologie. Sono racconti che spaziano dalla cronaca quotidiana alla favola e alla fantasia, sono racconti che ci parlano di un qui e di un altrove, di un'Italia, di un'Africa, e di paesi siti solo nell'immaginazione dell'autore".
Questo libro si legge d'un fiato, la struttura narrativa è semplice, lettere che rimbalzano dalla Sardegna all'Argentina, da Buenos Aires a Olai. Siamo all'inizio del '900. Grazia parte per raggiungere il marito ed i fratelli, i suoi tre figli nascono argentini, mescolano con naturalezza tre lingue. La sorella Antonia resta con la madre e anche quando questa muore non potrà mai raggiungere i familiari perchè malata di epilessia e dunque non ammessa nel paese.
Per imparare la tecnica di elaborazione del feltro (lana cotta).
Per realizzare con altre donne un arazzo dal tema "scorci di vita".
Per partecipare ad un progetto artistico di creatività femminile.
Insegnante: Renata Mariotti
Da metà maggio, presso la sede dell'associazione Villazzano 3, Via E. Conci 86/1, Trento.
PRIMO INCONTRO DI COORDINAMENTO: 16 MAGGIO ORE 16.00
Costo: gratuito + 5 euro di tessera associativa
Si tratta di un saggio che riprende la tematica del genocidio dei rom durante il regime fascista, con una particolare attenzione all’aspetto della rieducazione e della omologazione, riproposta anche in situazioni limite come quella del campo di concentramento. Vengono così alla luce i documenti che narrano di scuole sorte all’interno dei campi fascisti riservati a Sinti e Rom, in concomitanza con la costruzione di tesi che sostenevano l’inferiorità genetica di queste popolazioni.
Che la cosiddetta “letteratura della migrazione” sia una definizione volutamente circoscritta, volta a inquadrare la produzione letteraria di scrittori e scrittrici la cui biografia è contraddistinta dalla frattura esistenziale dell’esperienza migratoria e della commutazione linguistica, è cosa nota solo in parte.