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Storia e attualità

Il Signor Guardia

Terremoti naturali, sociali e politici in Iran

di Soheila Javaheri*

Culture in gioco

Io, migrante con N-ICE CELLO

Da Nord a sud, dalle acque del ghiacciaio al Mediterraneo, il violoncello di ghiaccio percorre al contrario la strada dei migranti.

di Alpha Condè*

Società

Pensaci…

Riflessioni su una nuova vita in un paese straniero

di H. M. Khan*

Immigrazione/Emigrazione

Incontro sulla migrazione, presente e passata

di Milena Di Camillo*

Primo piano

A suon di parole

“Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, quello con la pistola è un uomo morto”. Roberto Benigni

di Loris Genetin*

Terra, mare e altrove

Editore: 
Cosmo Iannone
Anno: 
2017
Luogo di edizione: 
Isernia

Presentazione: 

La terra, il mare, l’altrove sono i luoghi in cui l’autrice conduce il lettore facendolo viaggiare, facendogli scoprire paesi e posti diversi e aprendolo a nuove realtà. Un viaggio che ci permette di esplorare noi stessi e i nostri atteggiamenti verso gli altri. Un libro che parla di migrazione, di ieri e di oggi, di luoghi fisici e metaforici e di scontri. Non più confini nazionali, ma orizzonti culturali, non più punti di partenza e di arrivo, ma luoghi di passaggio e di attraversamento, non più emigrati e immigrati, ma migranti.


Questo viaggio chiamavamo amore

Editore: 
Einaudi
Anno: 
2015
Luogo di edizione: 
Torino

Recensione: 

L'ultimo romanzo di Pariani conferma il grande attaccamento e interesse dell'autrice nei confronti dell'America Latina, protagonista anche di molti dei suoi romanzi precedenti. In tal caso la prospettiva varia, poichè l'ambientazione resta la medesima, tuttavia Pariani racconta abilmente la storia del poeta Dino Campana e della sua esperienza (effettiva? immaginata?


Resto qui

Editore: 
Einaudi
Anno: 
2018
Luogo di edizione: 
Torino

Presentazione: 

Romanzo ambientato in in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia durante gli anni del fascismo. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle nella speranza che le parole gliela possano restituire.


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