L'umorismo è uno strumento molto più potente di quanto siamo abituati a ritenere, dovrebbe avere un ruolo maggiore nella società moderna. Potrebbe non solo farci osservare la realtà da un punto di vista diverso e permetterci di raccontarla a modo suo, ma anche consentirci di intervenire per provare a cambiarla. Se, dunque, in un periodo storico in cui emergono con una certa urgenza temi quali la migrazione, l'immigrazione, l'accoglienza, l'inclusione trovassimo nell'umorismo e nella comicità un elemento in grado di unirci?
Un uomo lavora come autista in una società di trasporti nella città di Wenzhou, nel sud della Cina, l’area da cui proviene quasi il novanta per cento dei cinesi residenti in Italia e molti di quelli che vivono in Francia e Spagna. La moglie, che lo ha lasciato alcuni anni prima, si è trasferita a Parigi ed è morta improvvisamente in un incidente stradale. Come unico parente, l’uomo deve recarsi in Francia per il riconoscimento del corpo.
Una cronaca divertente, un sottile ritratto di un'epoca, in cui tutti i parametri di riferimento sono in frantumi. "Un uomo non piange mai" racconta la storia di una famiglia algerina emigrata in Francia. Nato a Nizza da genitori algerini, Mourad Chennoun vorrebbe costruirsi un destino. Il suo peggior incubo è diventare un vecchio ragazzo obeso con i capelli sale e pepe, nutrito da sua madre a base di olio di frittura. Per evitare questo, dovrà emanciparsi da una pesante storia familiare. Ma è veramente nella rottura che diventerà pienamente se stesso?
Una giovane donna algerina di 24 anni vive con il padre vedovo, rimasto invalido sul lavoro e il fratello sedicenne perennemente a caccia di guai nella periferia parigina teatro dei recenti scontri con la polizia. Tra piccoli lavori temporanei in attesa di un futuro migliore e le code alla prefettura per il rinnovo del permesso di soggiorno, Alhème (che in arabo significa "sogno") cerca di mandare avanti la baracca come meglio può in un mondo popolato da assistenti sociali, spacciatori, delinquenti comuni.
In un mondo sempre più sovrappopolato e in preda ai cambiamenti climatici, il controllo della produzione dei beni alimentari è diventato un enorme business per una manciata di poche gigantesche aziende. Seguendo la filiera di produzione industriale della carne di maiale, dalla Cina al Brasile passando per Stati Uniti e Mozambico, il documentario descrive l’enorme movimento di concentrazione di potere nelle mani di queste ditte, che sta mettendo fuori mercato centinaia di migliaia di piccoli produttori e trasformando in modo permanente paesaggi interi. A partire dai mega-allevamenti intensivi in Cina fino alla foresta amazzonica minacciata dalle coltivazioni di soia sviluppate per nutrire animali confinati in capannoni dall’altra parte del mondo, questo processo sta pregiudicando gli equilibri sociali e ambientali del pianeta.
In tempi troppo spesso bui, la segreta bellezza dell'altro è la sola fonte di salvezza, l'unica luce che possa liberarci dalle tenebre dell'intolleranza. E così non esiste crescita interiore senza condivisione, non c'è cammino senza incontro, non c'è amore per il Paese senza memoria delle origini.Lo sa bene la testimone diretta dello scambio tra popoli: lei che attendeva nella sua casa di Padova i parenti sparsi e divisi dalla diaspora, davanti ai quali spalancava gli occhi incuriosita dai racconti dei cibi armeni e dei colori vivaci delle miniature.
Sahra è una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall’inferno del deserto e delle carceri libiche fino all’accoglienza in Calabria.
Baboucar, Ousman, Yaya e Robert sono quattro richiedenti asilo arrivati in Italia dopo avere attraversato mezza Africa e il Mediterraneo. Sono sospesi tra la speranza che la loro richiesta venga accolta e l’ansia di essere respinti. C’è chi aspetta la prima udienza di fronte alla Commissione territoriale, chi il ricorso in primo grado al tribunale, chi invece ha ottenuto una protezione sussudiaria e per un po’ può andare avanti senza troppe ansie. Un fine settimana decidono di prendere un treno che da Perugia li porterà verso l’Adriatico.
Il volume propone una ricostruzione storica dell'immigrazione straniera in Italia, a partire dal 1945. Ingressi, flussi, leggi, generazioni, lavori, conflitti e speranze si intrecciano con un ritmo sempre più incalzante fino ad arrivare ai nostri giorni. Il volume traccia la dimensione quantitativa del fenomeno nel corso del tempo e la sua evoluzione, il radicamento sul territorio, le politiche adottate per governarlo, le polemiche che ne sono scaturite, l'impatto che ha avuto sulla società.