Foto e documenti su vicissitudini legate alla casa, Moldova degli anni Sessanta, prestati da Veronica Ciubotaru
Foto e documenti sulle donne e il lavoro, Moldova degli anni Sessanta, prestati da Veronica Ciubotaru
Banconote polacche, prestate da Danuta Harkabuzik
La traduttrice di queste poesie scritte da Adam Zagajewski nell'arco di vent'anni, in una ricca post fazione ci dice cosa significhi per lui la poesia: se la musica è stata creata per chi ha una casa, la pittura per gli stanziali, «la poesia si addice agli emigranti, a quegli sventurati sull'orlo di un precipizio, sospesi tra due generazioni, tra i continenti.» La condizione di migrante e il senso di estraneità ispira molti di questi versi, con la nostalgia non per la grigia repubblica socialista polacca in cui ha vissuto, ma per la Leopoli del mito familiare.
Il chiodo fisso di Mario, ogni volta che si trova a parlare con qualcuno, è il discorso politico, l'incapacità di comprendere la caduta dei regimi comunisti alla luce di ideali che egli ritiene ancora validi. Per lui, vecchio aderente al partito comunista italiano, democratico e non più rivoluzionario, l'uguaglianza degli uomini e la ricerca del bene comune resta sempre una meta e deve capire cosa invece è successo al di là del Muro. Analogamente è incapace di adattarsi alla normale felicità di una famiglia, proprio come se sempre si rimproverasse di essere 'felice da solo'.
Quotidiano di Bacau "Desteptarea"- Il risveglio, numero 1. Romania 23 dicembre 1989, prestato da Lucian Berescu
Il primo libro della scrittrice iraniana tradotto in lingua italiana da una esperta del tema, Anna Vanzan, (http://www.ilgiocodeglispecchi.org/libri/autore/vanzan-anna) ritorna su vicende care a molti autori connazionali di Fereshteh Sari: la articolata e contraddittoria storia contemporanea dell'Iran che in quest'opera viene raccontata per voci di donna.