Il gallo fa l'uovo una volta sola, va presa al volo l'occasione irripetibile. L'occasione di vivere, come si può, arrangiandosi ed aiutandosi, anche quando ci si scontra, con umana simpatia.Un condominio di cinque piani a Casablanca, con i suoi diversi abitanti, una realtà sempre difficile, non certo quella della borghesia francesizzata o dei corrotti e ricchi sauditi.
E' la storia di cinque giovani intellettuali che vivono tra Lagos e Ibadan, il giornalista Sagoe, il pittore Kola, il diplomatico Egbo, lingegnere Sekoni, il professore Bandele. Nella Nigeria postcoloniale questi amici sono i portavoce-interpreti della loro società, ma la complessità del romanzo va al di là di una semplice rappresentazione sociale, di una riflessione sui primi tempi dell'indipendenza.
Otto racconti dall'esilio di Teheran ambientati nell'Afganistan in guerra degli anni '80 e '90.
Sono racconti surreali, in cui non c’è confine tra vita e morte. Pensati in cella d’isolamento, scritti in carcere, in campi di lavoro o di confino, sono stati salvati con ogni possibile sotterfugio fino ai tempi della liberazione: il sollievo nel pensarli ed il grande desiderio di vederli pubblicati sono il tema del primo testo: "Requiem". Nel racconto che dà il titolo alla raccolta gli orrori dell’esistenza si materializzano, gli incubi coincidono con la realtà.
L’ambiente è quello rurale di un villaggio a nord di Gerusalemme, con una natura, alberi ed uccelli, che partecipa essa stessa alla storia come un personaggio. La voce narrante è quella di un bambino, poi divenuto adulto, figlio di una donna taciturna e bella, con una ferita profonda, e di tre padri: un allevatore forte e introverso, un intelligente mercante di bestiame, un romantico sognatore che offre splendide cene al figlio rivelandogli i segreti del passato. E’ un romanzo d’amore (anche quello della sorellastra per la madre del protagonista) di emozioni, di relazioni interpersonali.
Forse le fortezze sono due: quella simbolo del potere che incombe minacciosa dall'alto come un'ombra, pervadendo di paura tutto l'ambiente.E quella dell'amore, unico rifugio.Due fortezze. Forse. Perché il giovane protagonista dubita di tutto. Segnato dall'esperienza della guerra, vive in una eterna incertezza. Sono buoni gli uomini? sono malvagi? la loro bontà è volontaria o casuale, non porta talvolta a conseguenze negative? e i ladri, gli scrocconi, i fanfaroni perdigiorno non sono anche grandi amici?
La nota critica di Itala Vivan, che chiude il libro, ricorda che questo è un romanzo del 1985, anche se in Italia arriva di recente, e che è stato scritto dall'autore poco dopo la guerra civile nigeriana scoppiata a causa del petrolio tra il '67 e il '70.Lo si ripropone come un doveroso omaggio alla figura dell'autore, uomo politico ed intellettuale assai noto, impiccato nel 1995 con altri otto imputati dopo un processo farsa voluto dalla dittatura militare, ma soprattutto come un testo di alto valore letterario e sempre attuale per temi.L'incipit, ci ricorda sempre la Vivan, è un omaggio a
Diciannove brevi racconti che riflettono molti aspetti di una umanità nell'Africa subsahariana. Dal villaggio con le sue antiche credenze, l'orgoglio per i figli che studiano, i cantastorie ed i nuovi predicatori che lucrano sulla religione, le piccole corruzioni dei capi, i tabù che persistono, alla città moderna dei pigri poliziotti, dei faccendieri che vendono gli stessi terreni a più persone, del coscienzioso maggiordomo che diventa geloso del cane, del funzionario integro e isolato, della casalinga gelosa.
Sei racconti tradotti in italiano per la prima volta e di cui il primo dà il titolo alla raccolta.
Da Cuba dove è emigrato, Manuel torna ad Haiti e la trova ancora più impoverita. Nei lunghi anni di lontananza ha imparato a non rassegnarsi. Cerca quindi l’acqua per irrigare quella buona terra inaridita e si sforza anche di riconciliare le due fazioni ostili in cui s’è diviso il suo paese. Ma sarà necessario un sacrificio di sangue per riemergere dalla povertà e dal rancore.