Si tratta di storie diverse nel tempo e nello spazio, ma i protagonisti sono accomunati da una dolorosa impossibilità di esprimere le proprie opinioni e di professare il proprio credo. Ebrei per lo più, o rivoluzionari traditi nei loro sogni, schiacciati dal meccanismo del potere che loro stessi hanno contribuito ad instaurare, personaggi vivisezionati con la precisione ed il distacco di uno studioso che sta redigendo un’asciutta cronaca.Con questo volume di racconti l'autore supera la cornice biografica e soggettiva per aprirsi alla storia contemporanea.
E' questa la storia di una famiglia vista attraverso gli occhi e le parole di un ragazzo, con in primo piano, prepotente, la figura del padre, allucinato predicatore. Alcolizzato e fanfarone, egli resta affascinante e al centro dell’attenzione del figlio, nonostante le sue sempre più prolungate assenze e la sua definitiva scomparsa. Con i racconti Pene giovanili ed il romanzo La clessidra questo testo costituisce una trilogia centrata sulla figura del padre.
Lo scrittore descrive la vita ad Amman negli anni ’40: la mescolanza di genti fianco a fianco in una piccola città, gli abiti, i cibi, le scuole, le cerimonie religiose e funebri, i rapporti familiari, i giochi dei bambini.
Il romanzo d'esordio della scrittrice albanese, emigrata in Italia da qualche anno, descrive una saga familiare, attraverso gli occhi delle donne, che si snoda lungo tre generazioni.
A partire dalla storia individuale di una famiglia e delle sue donne, in particolare da Saba che da figlia diventa giovane sposa, madre, nonna, nonché punto fermo della numerosa famiglia, il romanzo diventa occasione per narrare quasi un secolo di storia albanese.
Il romanzo dello scrittore nato a Buenos Aires e ora residente in Italia si incentra su una vicenda, la guerra delle Falkland per gli inglesi, delle Malvine per gli argentini, che ha stravolto l’esistenza di quanti, come il protagonista delle vicende,vi hanno preso forzatamente parte. Nonostante gli scontri si siano svolti in pochi mesi (dall’aprile al giugno del 1982), l’efferatezza della vicenda storica ed i suoi drammatici lasciti, pari a quelli che ogni guerra comporta, si colgono in tutta la narrazione.