
Girato nel deserto del Sahara, in Niger, in collaborazione con Stefano Liberti e Ferruccio Pastore, il film documenta le difficoltà dei viaggi nel deserto e raccoglie le testimonianze dei migranti stagionali arrestati in Libia e abbandonati alla frontiera nigerina. Il regista ci trasporta al di là del Mediterraneo, raccontandoci la faccia nascosta di un’emigrazione di cui noi vediamo solo la tappa finale: lo sbarco nell’isola di Lampedusa. Ma chi sono questi migranti? Da dove vengono? Perché emigrano? A queste e a tante altre domande, il documentario tenta di dare una risposta, ma soprattutto di mostrarci e di farci percepire il vissuto di questi tanti cittadini africani in fuga dai loro paesi per scelta, per disperazione o anche per desiderio di conoscenza.
Le indagini condotte e le interviste hanno dato vita anche ad un libro del giornalista Stefano Liberti: “A sud di Lampedusa.Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti”, uscito nell' aprile 2008 per minimum fax.
Difficile scrivere dell’ultimo romanzo di Bijian Zarmandili, autore iraniano da anni residente in Italia. E’ un testo che accanto a squarci inattesi di speranza e di vita affianca solitudine e disperazione, su uno sfondo che, sebbene finzionale, riecheggia rapporti di politica internazionale di grande attualità. La storia si suddivide in due ambientazioni antitetiche l'una all'altra, la prima nella immaginaria città di Katapolis, in Oriente, e la seconda in un’anonima isola italiana, abitata da pochi pescatori.
Roberta Yasmine Catalano ha vissuto quindici anni in Marocco ed ha raccolto le storie degli italiani che vi risiedono o che vi sono legati. Non si tratta di una analisi storica, ma proprio dell'intento dichiarato e commosso di far riemergere nel ricordo tanti italiani emigrati, di dar voce a chi viene del tutto ignorato dalla storia nazionale, a quegli “italiani del Marocco che sembrano non essere mai esistiti”.

La lezione di oggi: Terezia Mora, Tutti i giorni (conclusione). Letteratura e migrazione in Francia.Patrick Chamoiseau.

La lezione di oggi: Terezia Mora, Tutti i giorni.
Il testo curato da Manuela Foschi raccoglie 14 interviste a persone immigrati in Italia che hanno vissuto, o stanno vivendo, l’esperienza lavorativa da venditore ambulante, i cosiddetti “vucumprà”.
Ma non sta tanto nella comunanza dell’esperienza lavorativa l’elemento centrale del testo, quanto nella prospettiva che attraversa le voci raccolte.
Un’intervista è senza dubbio uno degli strumenti migliori per permettere alle persone, in tal caso apperteneti ad una categoria più a rischio di altre di emarginazione e silenzio, di prendersi voce e raccontarsi in prima persona.
A Trento Il Gioco degli Specchi lancia una nuova iniziativa.
MESSAGGI COLORATI SUGLI AUTOBUS DELLA CITTÀ PER TUTTO IL MESE DI FEBBRAIO
“Vite in viaggio” racconta in poche righe storie di migrazione.