Non una lezione scolastica, ma sentimentale, tenuta da immigrati stranieri sul proprio paese d'origine. Questa settimana si parla della Polonia con Danuta Harkabuzik.
Abbiamo iniziato le nostre attività culturali negli anni Novanta in seguito alla frequentazione degli immigrati nei corsi di italiano che da allora organizziamo a Trento.
L'ultimo romanzo di Zarmandili si colloca in un'ambientazione cara all'autore, l'Iran, cornice della maggior parte dei suoi romanzi, nonché paese dove è cresciuto e che ha lasciato da oramai molti anni. Il clima è quello, al limite tra cupo e surreale, dell'Iran al passaggio storico dato dal rientro dall'esilio di Khomeini. Il testo si struttura come una sorta di dittico, in cui l' ordine cronologico degli eventi pare rovesciato, sino a quando il brevissimo terzo capitolo svela una certa continuità delle azioni descritte.
In una notte umida e fredda, Fu’ad e Jamila assieme a un gruppo di uomini donne e bambini lasciano la propria casa e si mettono in viaggio. Dall'altra parte del mare, oltre l’orizzonte, li aspetta una terra dove tutto è possibile, dove le guerre non esistono e la miseria neppure. In mezzo ci sono le onde, la tempesta che fa paura, il rischio della deriva. Poi una luce squarcia il silenzio della notte…