Un albo illustrato che con semplici parole e immagini spiega le ragioni che spingono a partire e i rischi del viaggio in mare, che in questo caso si risolve in un lieto fine e vede la nascita della piccola Sole in un paese nuovo che lo accoglie. Per ricordare le tante donne che attraversano il mare con in grembo i loro bambini.
Il viaggio degli immigrati visto con gli occhi di un bambino, che lascia alle spalle un passato di guerre da dimenticare e guarda avanti verso il futuro, nonostante le fatiche del viaggio,
troppo difficile e ingiusto, verso paesi che spesso chiudono le porte.
Una oramai ordinaria storia di immigrazione dalle sponde africane del Mediterraneo sino a quelle italiane. L’autore ripercorre tutta la vicenda di una famiglia di pescatori che vede il progressivo peggioramento delle loro condizioni di vita, prima a causa dell’avvelenamento delle acque, poi della
morte in mare del padre, tragedia che obbliga il figlio primogenito a imbarcarsi verso l’Italia.
Pagine dure quelle che raccontano il naufragio dell’imbarcazione in cui si trova Ismael, il suo essere in balia delle onde, la permanenza al Centro, il rimpatrio.
Si tratta di una riedizione di brani concordata con l'autore; il corpo del testo è la definizione ragionata di razzismo su cui per anni Memmi ha riflettuto, sviscerandola, analizzando cause, comportamenti, terapie. «Il razzismo è la valorizzazione, generalizzata e definitiva, di differenze, reali o immaginarie, a vantaggio dell'accusatore e ai danni della vittima, al fine di giustificare un'aggressione o un privilegio». Una riflessione che ha attraversato tutta la sua vita e la sua opera di individuo ed ha portata universale. L'autore, ebreo tunisino di cultur
Il libro getta uno sguardo al passato e al presente della migrazione, agli effetti spaventosi che leggi disumane provocano nella vita delle persone. Qui sono raccolte testimonianze sui bambini che non potevano soggiornare in Svizzera insieme ai genitori se questi erano stagionali: o nascosti e chiusi in casa o lontani, con i parenti nel paese d'origine o in collegi oltre confine. Sono storie viste con gli occhi dei bambini e testimonianze di adulti, parlano della Svizzera e anche della triste Italia che si è inventata il reato di clandestinità.