Per la settimana dal 5 al 10 novembre 2012 del Gioco degli Specchi il tema è “Squadra vincente. Dal singolo alla comunità”.
Testo pubblicato negli Stati Uniti nel 2010 che affronta il tema complesso delle migrazioni a partire da una prospettiva letteralmente mondiale, superando il rischio di letture eurocentriche o addirittura italocentriche. Il valore aggiunto del volume sta nella prospettiva del suo autore, professore di geografia, che guarda alle migrazioni mondiali con una particolare attenzione al concetto di spazio, che non sempre negli studi sociologici sulle migrazioni viene considerato.
Lo studioso si sofferma con parole chiare sull’abusato concetto di identità, illustrando come non ci sia potere politico e anche religioso che oggi non parli di identità e della opportunità o della necessità di difenderla, affermarla, valorizzarla. Remotti ben illustra come l’identità sia un luogo comune, una nozione verso la quale non si adotta alcun atteggiamento critico, un vero e proprio mito moderno che afferma rigidamente un noi circoscritto in opposizione all’altro da sé.
L’identità diventa quindi una potente arma di difesa, che funziona nel senso della chiusura e
Come preannuncia già il titolo, è un lungo discorso, sotto forma di lettera ad un amico e alla fine al figlio mulatto, sulla situazione di un immigrato africano in Italia, sul colonialismo ed il razzismo, sui motivi per cui è partito e ora costretto a restare in un paese che non lo vede come persona.
In questo libro Nesi parla della sua vita di imprenditore prima e di scrittore poi, ma soprattutto del tessuto lavorativo e sociale della sua Prato, delle difficoltà connesse alla globalizzazione e di una politica incapace di proteggere e difendere la qualità del lavoro e le capacità dei suoi cittadini. Ci sono anche i cinesi in questo libro, nella loro espansione nel mercato mondiale, nelle tristi condizioni di lavoro, nascosti nei capannoni delle nostre città.
Iranista e islamologa, si occupa soprattutto di problematiche di genere nei paesi islamici.
Il suo lavoro di ricerca trova significativa espressione in questo saggio, a proposito del
quale, la studiosa scrive nel suo blog: «La lotta di liberazione femminile non è un’esperienza
esclusiva dell’Occidente. Lo raccontano, e soprattutto lo dimostrano, le musulmane
che ho incontrato in Turchia, Malesia, Iran, Indonesia, Egitto… sono filosofe, studiose
dei testi sacri, attiviste che lottano per i loro diritti. Un viaggio per incontrare chi crede nel