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Documentario

Peregrino. I confini del Game

Regia: 
Sofia Milazzo
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2020
Durata: 
45
Locandina: 
Sinossi: 

“Peregrino – I confini del Game” è un reportage che accende i riflettori sui viaggi disperati dei migranti lungo la rotta balcanica. “Il gioco” è il nome che viene dato dai migranti al tentativo di attraversamento di una frontiera. Il documentario racconta in modo nitido il loro viaggio verso il continente europeo: le torture subite dalle varie polizie, lo spaesamento e le continue privazioni dei diritti fondamentali. Un viaggio in cui in gioco è la loro vita.

Qui un articolo e il link dal quale si può prenderne visione

Notturno

Regia: 
Gianfranco Rosi
Paese di produzione: 
Italia, Francia, Germania
Anno: 
2020
Durata: 
100
Locandina: 
Sinossi: 

Notturno, girato nel corso di tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là delle divisioni geografiche. Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un “notturno” che pare infinito.

Mission Lifeline

Regia: 
Markus Weinberg
Paese di produzione: 
Germania
Anno: 
2019
Durata: 
68
Locandina: 
Sinossi: 

Con lo scopo di salvare i migranti dall’annegamento nel Mediterraneo, Axel Steier e la ONG tedesca Mission Lifeline hanno lavorato per anni per raccogliere fondi, fino a riuscire, insieme ad altre due organizzazioni spagnole, a comprare una nave e partire. Nella loro città, Dresda, l’idea trova molti sostenitori ma altrettanti nemici, e poi c’è la dura realtà che li attende in mare: dalle barche di profughi che affondano sotto i loro occhi ai colpi di arma da fuoco della milizia libica. Per due anni il regista ha seguito Axel e il suo team, tra la Germania e il Mediterraneo, dove l’impegno a salvare persone dalla morte certa si trasforma in lotta per l’ideale europeo. La nave della ONG è stata alla ribalta delle cronache quando, nel giugno 2018 con 234 naufraghi a bordo, fu una delle prime a dover cercare per giorni un porto e un paese che le permettesse di attraccare. La formula del documentario esclude il rischio di "finzionalizzazione" e per questo risulta ancora più diretto , con momenti di concreta tensione come quando avviene un incontro/scontro con una imbarcazione libica che rivoleva i migranti indietro. Un documentario che andrebbe diffuso capillarmente,  in quanto spazza via ogni retorica evidenziando il rischio reale che i soccorritori corrono, gli ostacoli che devono affrontare (anche ben prima di partire e che non sono solo rappresentati da gruppi politici avversi ma anche dalle istituzioni e dal pensiero diffuso nella gente di cui il documentario offre uno squarcio molto duro, perlomeno a Dresda) e le condizioni che uomini, donne e bambini affrontano alla ricerca di una opportunità migliore

Qui il sito del documentario

Il salto - The Leap

Regia: 
Andrea Andreotti
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2020
Sinossi: 

La pellicola era nella mente del regista regista Andrea Andreotti fin dagli inizi degli anni 2000, quando il fenomeno migratorio iniziò ad acquistare un certo rilievo ai suoi occhi. Nel 2018, in periodo in cui la migrazione ha assunto un peso importante nella vita delle nostre comunità, ha deciso di produrlo.

Dodici voci che racconteranno storie simili nell'incipit, ma diverse nella drammaturgia. Dentro la scenografia della città che si avvicina alle feste, in un tempo significativo per la comunità, in un momento dell'anno intimo ma allo stesso tempo collettivo, i protagonisti racconteranno la propria storia e ci confideranno i cambiamenti personali e le esperienze di chi lascia una cultura per confrontarsi con un luogo altro.

Dodici testimoni che ci racconteranno le scoperte, le gioie, le delusioni, le disperazioni che il lasciare la propria terra porta con sé. Andrea, regista trentino, si occupa prevalentemente di documentari in campo sociale, culturale, musicale e biografico.

Qui il trailer

My home, in Libya

Regia: 
Martina Melilli
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2018
Durata: 
66
Locandina: 
Sinossi: 

Il nonno della regista emigrò in Libia dalla Sicilia a Tripoli negli anni Trenta, nel bel mezzo della guerra coloniale condotta dall'Italia contro la Libia, e decise di restare. Martina Melilli tratteggia l'immagine di una città lontana a partire dalle conversazioni con suo nonno a Padova, dalle foto, dalle scene improvvisate per strada pubblicamente, dalle Polaroid e dai ricordi. Poiché la regista non ottiene il visto per la Libia, chiede al giovane Mahmoud di essere il suo sguardo a Tripoli. Dagli scambi tra i due emerge una immagine complessa delle contraddittorie e a volte violente relazioni tra Italia e Libia, ma anche un nuova prospettiva sulle vite dei personaggi.

Exodus / Schiavi di riserva

Regia: 
Michelangelo Severgnini
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2019
Sinossi: 

Cosa succede oggi ai migranti bloccati nella Libia divisa in fazioni e a un passo dall’ennesima guerra civile? Lo racconta con Exodus (https://vimeo.com/291242947) il regista Michelangelo Severgnini , che con la collaborazione di Piero Messina, ha realizzato un audio documentario che raccoglie decine e decine di testimonianze dirette, uomini e donne rinchiusi nei ghetti e costretti alla schiavitù. “L’ultima crudeltà che ci hanno raccontato –spiega Severgnini – è l’utilizzo dei migranti come scudi umani nei combattimenti in corso. Le testimonianze che abbiamo raccolto sono confermate anche dalle notizie che arrivano dalla Libia, con i resoconti di lavoratori stranieri uccisi negli scontri: un eufemismo per lenire una terribile verità”. “Una volta giunti in Libia – spiega sempre Severgnini – i migranti provenienti dal profondo cuore dell’Africa si trovano intrappolati. Diventano sostanzialmente schiavi nelle mani sia delle fazioni che controllano i ghetti, sia delle reti di trafficanti che gestiscono la rotta per attraversare il Canale di Sicilia e giungere in Europa. Di fronte a questa situazione, ci sono migliaia e migliaia di persone che chiedono di essere evacuate ma la comunità internazionale è sorda a questo appello”. “Noi sappiamo – continua il regista – che la gente viene venduta, torturata, rapita. A chi lavora vengono estorti i pochi soldi guadagnati oppure sono minacciati con le armi pur di non pagarli. Dalle voci dei migranti emergerebbe anche complicità di personale delle istituzioni locali che collabora con gli organismi internazionali. Dei criminali autorizzati a gestire quei ghetti come se fossero serbatoi per schiavi da utilizzare nei lavori pesanti o, come raccontano le ultime testimonianze, come scudi umani nel conflitto tra fazioni. L’elenco dei drammi che stanno vivendo quelle persone è infinito: abbiamo ascoltato la voce di una ragazza restata incinta dopo uno stupro che piange per tornare a casa. Noi conosciamo i nomi e i volti di questi ragazzi che sono vittime della brutalità delle gang criminali libiche come del silenzio dell’Europa contro il sacrosanto principio dell’evacuazione e della possibilità, per queste persone, di tornare nei loro paesi d’origine, per non essere più ostaggi in bilico tra la schiavitù in Libia e il rischio di affrontare una traversata mortale verso l’Europa”.

Questi sono i 6 link alle puntate di Exodus e al documentario "Schiavi di riserva", sempre opera di Michelangelo Severgnini.

Puntata 0 (settembre '18): vimeo.com/291242947

Puntata 0.1 (ottobre '18): vimeo.com/297273950

Puntata 0.2 (novembre '18): vimeo.com/302947109

Puntata 0.3 (dicembre '18): vimeo.com/309679933

Puntata 0.4 (gennaio '19): vimeo.com/311007925

Puntata 0.5 (febbraio '19): vimeo.com/318169225

"Schiavi di riserva" (35 min), presentato nel maggio 2018. https://youtu.be/V64286Qq-9M

Qui si trova una puntata del programma radiofonico Voci dalla Libia andato in onda su radio Radicale (una puntata al mese) dove appunto Michelangelo si collega in diretta telefonica con alcune persone schiavizzate in Libia.

Small land Piccola terra

Regia: 
Michele Trentini e Marco Romano
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2012
Durata: 
53
Locandina: 
Sinossi: 

Nel panorama desolato e abbandonato di Valstagna (Valsugana), alcuni personaggi molto diversi tra loro cercano di ricostruire le loro nuove vite a partire dalle rovine e di realizzare i loro sogni: un uomo resta ostinatamente sul suo piccolo e antico appezzamento, un altro lascia il suo lavoro alienante in una cava per ritrovare se stesso, una coppia dalla città di Bassano del Grappa decide di adottare un terrapieno e prendersi cura dei muri cadenti e un giovane marocchino immigrato cerca di integrare se stesso e la sua famiglia in una nuova terra coltivando menta. Piccola terra è una storia di speranza sulle montagne dimenticate e sul valore universale dei rapporti tra uomini e terra, che va oltre il profitto, gli ostacoli politici e i confini culturali.

Il mondo dei perdenti degli anni sessanta, mostrato qui attraverso il documentario di Giuseppe Taffarel (1963), ha rimesso in scena una rinascita, con un fresco sapore di menta, appartenenza e libertà.

Vincitore del primo premio al Festival Cinemambiente, Torino 2012. Edizione italiana, con sottotitoli italiani, francesi e inglesi. 

Michele Trentini e Marco Romano, "Piccola terra" + DVD, Verona, 2012, Cierre edizioni, ww.cierrenet.it.

Blaxploitalian. 100 years of blackness in Italian cinema

Regia: 
Fred Kuwornu
Paese di produzione: 
Stati Uniti
Anno: 
2016
Durata: 
52'
Locandina: 
Sinossi: 

Il documentario del regista afro-italiano Fred Kuwornu affronta il tema della rappresentazione dell’Altro nei media italiani. E' sottotitolato in inglese.

Soyalism

Regia: 
Stefano Liberti, Enrico Parenti
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2018
Durata: 
70
Locandina: 
Sinossi: 

In un mondo sempre più sovrappopolato e in preda ai cambiamenti climatici, il controllo della produzione dei beni alimentari è diventato un enorme business per una manciata di poche gigantesche aziende. Seguendo la filiera di produzione industriale della carne di maiale, dalla Cina al Brasile passando per Stati Uniti e Mozambico, il documentario descrive l’enorme movimento di concentrazione di potere nelle mani di queste ditte, che sta mettendo fuori mercato centinaia di migliaia di piccoli produttori e trasformando in modo permanente paesaggi interi. A partire dai mega-allevamenti intensivi in Cina fino alla foresta amazzonica minacciata dalle coltivazioni di soia sviluppate per nutrire animali confinati in capannoni dall’altra parte del mondo, questo processo sta pregiudicando gli equilibri sociali e ambientali del pianeta.

https://www.soyalism.com/

Qui info biobibliografiche su Stefano Liberti

The Human Flow

Regia: 
Ai Weiwei
Paese di produzione: 
Germania, Usa
Anno: 
2017
Durata: 
140
Locandina: 
Sinossi: 

Un documentario che il regista cinese ha girato in 26 paesi che ad oggi vedono migliaia di profughi in fuga, nel disperato tentativo di superare confini, fili spinati, muri.

Dal Messico a Idomeni in Grecia, a Lampedusa, a Calaix alla Giordania, al muro tra Israele e Palestina, 65 milioni sono le persone costrette ad abbandonare le loro case, ad oggi. Un dato per tutti, a testimonianza dell'involuzione del nostro mondo: dal crollo del muro di Berlino ad oggi, gli stati con i confini militarizzati sono circa 70 nel mondo, più che raddoppiati rispetto a 30 anni fa. Un documentario duro, perchè dura è la realtà che fotografa. 

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