Uscito in anteprima in edicola il 16 dicembre 2015, con il quotidiano “Il Manifesto“, che ha pubblicato gran parte delle vignette contenute nel libro, il testo di Mauro Biani nasce con un progetto di crowfunding e ripercorre con uno sguardo complessivo le vicende dei viaggi verso l'Europa, e ne rende ancora più esplicito il dramma.
Rosi Lampedusa attraverso la storia di Samuele, un ragazzino che va a scuola, ama tirare sassi con la fionda che si è costruito e andare a caccia di uccelli. Preferisce giocare sulla terraferma anche se tutto, attorno a lui, parla di mare e di quelle migliaia di donne, uomini e bambini che quel mare, negli ultimi vent'anni, hanno cercato di attraversarlo alla ricerca di una vita degna di questo nome trovandovi spesso la morte. Rosi è rimasto per un anno a Lampedusa entrando nei ritmi di un microcosmo a cui voleva rendere una testimonianza onesta, a partire dallo sguardo di un ragazzino.
Leyla e i suoi genitori sono in pericolo e devono abbandonare la loro casa e fuggire in un altro paese, dove dovranno parlare un’altra lingua e vivere in mezzo a stranieri. Leyla impara ad affrontare i cambiamenti drammatici nella sua vita con coraggio e determinazione, raccontando quella che è una esperienza che diventa sempre più tristemente condivisa da bambini in fuga dalle guerre. Approvato da Amnesty International UK.
Dopo Radici e Animali altre storie di donne e di uomini alla ricerca della propria identità. Storie di legami, di forti affetti e di dolore, di segreti e bugie, di vicinanza e amicizia. Storie di famiglie che sopravvivono e resistono. Italia, Perù, Afghanistan, Marocco, Mali, Etiopia, Iran, Somalia, Albania, Ucraina, Moldavia, Niger sono alcuni dei paesi da cui provengono queste storie.
Il volume mette in luce il sistema di disuguaglianze combinate che attanaglia i Rom in tutti gli ambiti della vita sociale, le sue radici storiche, il suo legame con la struttura delle disuguaglianze propria della società capitalistica. Il volume evidenzia e critica, inoltre, l’etnicizzazione della ‘questione Rom’, che se in passato si fondava sul determinismo genetico, si basa oggi sul determinismo culturale. Attraverso incessanti campagne istituzionali e mediatiche, la responsabilità del processo di marginalizzazione di cui i Rom sono rimasti vittime viene scaricata su di loro.
Gli interpreti e i mediatori linguistici ascoltano e traducono le storie dei richiedenti asilo. Storie di vita caratterizzate necessariamente dalla sofferenza, poiché si sceglie di sfidare la sorte attraversando deserti e mari diventati negli anni cimiteri di propri simili soltanto quando nessun’altra via sembra percorribile. Questo libro vuole raccontare queste storie, quelle di donne e uomini che vengono da altri Paesi e da altre lingue e ci chiedono aiuto.
Il sale della terra è un documentario che traccia l'itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell'artista, Il sale della terra è un'opera sul mondo e sui rischi che sta correndo. Viaggiatore irriducibile, Sebastião Salgado ha esplorato ventisei paesi e concentrato il mondo in immagini bianche e nere. In questo documentario si racconta a partire dai suoi numerosi reportages sui milioni di ricercatori d'oro brasiliani, i genocidi africani, i pozzi di petrolio incendiati in Medio Oriente.
L'associazione Il Gioco degli Specchi continua le iniziative di riflessione sull'ambiente.
La fotografia per me è necessariamente sociale
Il fotografo Giulio Di Meo espone la sua mostra “Pig Iron” a Trento dal 3 al 18 marzo