Ecco i numeri del periodico de Il Gioco degli Specchi, tratti dalle edizioni in cartaceo 2009-2013:
http://issuu.com/giocodeglispecchi/docs/numero_0_riflettiamoci
http://issuu.com/giocodeglispecchi/docs/numero_1_riflettiamoci
http://issuu.com/giocodeglispecchi/docs/numero_2_riflettiamoci
Lo intitola senza mezzi termini: "La Fame" e la esamina, la fame che uccide. La carestia, più facile da capire, con una causa identificabile - il disastro naturale, un tiranno, la guerra - più circoscritta, ogni anno SOLO 50 milioni di persone; la malnutrizione strutturale, cronica, protratta nel tempo, che passa di madre in figlio, l'insicurezza alimentare che riguarda due miliardi di persone.
Un
progetto creato e
illustrato da Valérie Losa
ZOOlibri,
Reggio Emilia, 2010
Lo
abbiamo già citato in FUSIONI, ma vale la pena vederlo più da
vicino
Il documentario di Daniele Gaglianone è dedicato alle conseguenze e all’eredità della guerra n Bosnia Erzegovina. Rata néce biti (La guerra non ci sarà) è stato presentato al festival del film di Locarno nel 2008 e ha vinto il premio speciale della giuria al Torino film festival. Nel 2009 si è aggiudicato il David di Donatello per il miglior documentario. È prodotto da BabyDoc Film in collaborazione con Gianluca Arcopinto. Si racconta a partire dalle voci dei testimoni la vita a Srebrenica, dove il tempo sembra essersi fermato ai giorni del massacro, la Drina, il fiume di Aziz, ex combattente bosniaco scampato all’eccidio, Tuzla, dove all’International Commision of Missing Persons si conservano i resti esumati dalle fosse comuni e si lavora ancora oggi per dare ai morti un nome e restituirli alla memoria delle famiglie. Si raccontano anche le tante Sarajevo a partire dalle prospettive diverse che spaziano dall'ironia al rancore, di alcuni dei suoi abitanti.
L'impressione generale è che tutti, a prescindere dalla "parte" che hanno preso o che sono stati costretti a prendere durante il conflitto, siano stati sconfitti, e con loro l'Europa e l'idea di Europa unita e pacificata.
A questo link è possibile vedere il documentario in streaming: http://www.internazionale.it/video/2015/07/08/srebrenica-bosnia-film-gag...
di Maria Rosa Mura
“Se partiamo dall'ambito generico delle frasi quotidiane, è facile verificare come "gli altri” vengano spesso definiti dal cibo che mangiano.“
Il senso è sempre spregiativo: gli italiani sono ‘mangiaspaghetti’ o 'maccheronì’, i tedeschi 'crauti’ o 'Kartoffeln’, i francesi sono noti 'mangiarane’, e via specificando con le varianti locali, in Italia ad esempio con 'polentoni’ e 'magnagatti’.
di Davide Caceffo
Non c’è una data precisa in cui nasce la RAccatuM Band.
di Manuel Marrese
Foto: Roberto Ianes
L’idea