Curioso e, a nostro avviso, riuscito, esperimento letterario, l'ultimo lavoro di Fernández, che riesce a discostarsi, pur nella continuità, dalla sua precedente produzione letteraria. La scelta del tema, riassunto nel titolo, sorprende chi conosce la scrittura di quest'autore, in quanto segna, apparentemente, uno scarto con quanto pubblicato in precedenza. Come ammette l'autore nella prefazione, l'idea di scrivere di calcio nasce da una provocazione, che gli è stata rivolta in quanto un uruguayano che non affronta questo tema sa di «occasione mancata» (7).
Un libro dall'atmosfera orwelliana, ambientato in luoghi apparentemente sospesi nel tempo e nella storia, ma che raccontano di dinamiche del tutto presenti nella nostra società: l'esclusione, che porta all'annullamento, di tutti coloro che non si adeguano, che appaiono diversi per colore della pelle, credo, pensiero. Una città in cui al controllo non pare sfuggire nessuno, con un finale amaro in cui però l'istanza di libertà e la tenacia nel dire NO non vengono del tutto cancellate.
Segnaliamo dal sito dell'Osservatorio Balcani e Caucaso
http://www.balcanicaucaso.org/Libreria/Copertine/L-Europa-oltre-il-muro....
Prefazione di Paolo Rumiz
Postfazione di Daniel Cohn-Bendit
L'ultimo romanzo di Zarmandili si colloca in un'ambientazione cara all'autore, l'Iran, cornice della maggior parte dei suoi romanzi, nonché paese dove è cresciuto e che ha lasciato da oramai molti anni. Il clima è quello, al limite tra cupo e surreale, dell'Iran al passaggio storico dato dal rientro dall'esilio di Khomeini. Il testo si struttura come una sorta di dittico, in cui l' ordine cronologico degli eventi pare rovesciato, sino a quando il brevissimo terzo capitolo svela una certa continuità delle azioni descritte.
Questi racconti di Andrić partono tutti dal medesimo punto di vista: quello dell'infanzia o dell'adolescenza. Ricostruiscono la memoria del momento fondante della personalità, i ricordi che vanno conservati e custoditi, ritrovati, rivissuti nella loro realtà.
I panorami, le immagini che vivono nella fantasia di questi bambini-piccoli uomini, la parole ancora incomprensibili di cui si cerca continuamente il significato, i luoghi misteriosi e pericolosi in cui giocano, sono la traccia della loro ostinata esplorazione del mondo degli adulti.
Postfazione di Božidar Stanišić
In questo libro Nesi parla della sua vita di imprenditore prima e di scrittore poi, ma soprattutto del tessuto lavorativo e sociale della sua Prato, delle difficoltà connesse alla globalizzazione e di una politica incapace di proteggere e difendere la qualità del lavoro e le capacità dei suoi cittadini. Ci sono anche i cinesi in questo libro, nella loro espansione nel mercato mondiale, nelle tristi condizioni di lavoro, nascosti nei capannoni delle nostre città.
Un libro di memorie paterne riprese e rielaborate dalla figlia in romanzo, in cui si legge della storia di una generazione segnata dalle tragiche vicende dell’ex Jugoslavia. Un’opera prima ma che rivela una grande capacità narrativa della scrittrice. Il romanzo porta alla luce le contraddizioni e i paradossi della vicenda paterna, e dell'intera sua famiglia (serbo-croata-bosniaca): una storia che si dipana negli ultimi sessant’anni del Novecento.
L'autrice albanese torna su un tema a lei caro, quella della condizione femminile, osservata in questo caso da un osservatorio particolarmente aspro, quello del conflitto kossovaro, che nelle illusioni delle vittime sarebbe dovuto essere una "piccola guerra perfetta" ma che in realtà, al pari di ogni altro conflitto, semina morte. Le protagoniste sono tre donne relegate in un appartamento di Pristina, in balia delle milizie serbe. Dones ha il merito di riportare l'attenzione su un conflitto recente ma dimenticato, raccontato sulla pelle delle donne.
"Come quasi tutti i dirigenti somali di oggi io sono nato in boscaglio, figlia di una società nomade di cammellieri e pecorai. E lì sono rimasto per i primi otto anni della mia vita".
L'azione si svolge nell'est della Nigeria attuale, nel periodo in cui arrivarono i primi uomini bianchi, soldati e missionari. Il protagonista è un influente guerriero, incarnazione dei valori tradizionali, roccioso e inflessibile, che sarà trascinato da un'incalzante ondata di fatalità a una fine ignominiosa. Achebe racconta in questo romanzo l'annientamento dell'uomo e della società africana sotto i colpi della forza militare e dell'assalto culturale occidentale.