Segnaliamo dal sito dell'Osservatorio Balcani e Caucaso
http://www.balcanicaucaso.org/Libreria/Copertine/L-Europa-oltre-il-muro....
Prefazione di Paolo Rumiz
Postfazione di Daniel Cohn-Bendit
L'ultimo romanzo di Zarmandili si colloca in un'ambientazione cara all'autore, l'Iran, cornice della maggior parte dei suoi romanzi, nonché paese dove è cresciuto e che ha lasciato da oramai molti anni. Il clima è quello, al limite tra cupo e surreale, dell'Iran al passaggio storico dato dal rientro dall'esilio di Khomeini. Il testo si struttura come una sorta di dittico, in cui l' ordine cronologico degli eventi pare rovesciato, sino a quando il brevissimo terzo capitolo svela una certa continuità delle azioni descritte.
Questi racconti di Andrić partono tutti dal medesimo punto di vista: quello dell'infanzia o dell'adolescenza. Ricostruiscono la memoria del momento fondante della personalità, i ricordi che vanno conservati e custoditi, ritrovati, rivissuti nella loro realtà.
I panorami, le immagini che vivono nella fantasia di questi bambini-piccoli uomini, la parole ancora incomprensibili di cui si cerca continuamente il significato, i luoghi misteriosi e pericolosi in cui giocano, sono la traccia della loro ostinata esplorazione del mondo degli adulti.
Postfazione di Božidar Stanišić
In questo libro Nesi parla della sua vita di imprenditore prima e di scrittore poi, ma soprattutto del tessuto lavorativo e sociale della sua Prato, delle difficoltà connesse alla globalizzazione e di una politica incapace di proteggere e difendere la qualità del lavoro e le capacità dei suoi cittadini. Ci sono anche i cinesi in questo libro, nella loro espansione nel mercato mondiale, nelle tristi condizioni di lavoro, nascosti nei capannoni delle nostre città.
Un libro di memorie paterne riprese e rielaborate dalla figlia in romanzo, in cui si legge della storia di una generazione segnata dalle tragiche vicende dell’ex Jugoslavia. Un’opera prima ma che rivela una grande capacità narrativa della scrittrice. Il romanzo porta alla luce le contraddizioni e i paradossi della vicenda paterna, e dell'intera sua famiglia (serbo-croata-bosniaca): una storia che si dipana negli ultimi sessant’anni del Novecento.
L'autrice albanese torna su un tema a lei caro, quella della condizione femminile, osservata in questo caso da un osservatorio particolarmente aspro, quello del conflitto kossovaro, che nelle illusioni delle vittime sarebbe dovuto essere una "piccola guerra perfetta" ma che in realtà, al pari di ogni altro conflitto, semina morte. Le protagoniste sono tre donne relegate in un appartamento di Pristina, in balia delle milizie serbe. Dones ha il merito di riportare l'attenzione su un conflitto recente ma dimenticato, raccontato sulla pelle delle donne.
"Come quasi tutti i dirigenti somali di oggi io sono nato in boscaglio, figlia di una società nomade di cammellieri e pecorai. E lì sono rimasto per i primi otto anni della mia vita".
L'azione si svolge nell'est della Nigeria attuale, nel periodo in cui arrivarono i primi uomini bianchi, soldati e missionari. Il protagonista è un influente guerriero, incarnazione dei valori tradizionali, roccioso e inflessibile, che sarà trascinato da un'incalzante ondata di fatalità a una fine ignominiosa. Achebe racconta in questo romanzo l'annientamento dell'uomo e della società africana sotto i colpi della forza militare e dell'assalto culturale occidentale.
"La freccia di Dio" è un romanzo pubblicato nel 1964, a sei anni di distanza da "Il crollo" e ne rappresenta un completamento. Il diretto collegamento con "Il crollo" si radica nel dilemma dell'opposizione o meno alla presenza e alla cultura dei bianchi. Se nel primo libro si poteva ancora pensare a opporsi allo straniero, "La freccia di Dio" è carica della consapevolezza che si fa strada di non poter mai più prescindere dalla presenza di un altro modo di vivere e di pensare. Il protagonista è Ezeulu, sacerdote di un dio che rappresenta l'unità dei villaggi.
La Storia dei potenti si intreccia con la vita semplice, spesso sofferta, sempre intensa, degli umili, l'amore di Ismail, carico di nostalgia, per la patria con quello intimo e dolente per il padre, gli ideali di giustizia e libertà con l'impegno a parlare per chi non può più farlo. E ancora una volta, l'incontro tra Persia e Occidente, tra impervie montagne iraniane e dune olandesi, tra poesia, icastica e lieve, e una lingua sobria ed essenziale, intesse motivi inattesi e preziosi, figure mitiche e fiabesche nella trama della nostra cultura.