Il breve ma saggio testo curato da due scrittrici, una nata in Italia da immigrati africani e l'altra cresciuta sin da piccola nel nostro paese (Igiaba Scego e Ingy Mubiay) ha il merito di accendere i riflettori su un fenomeno che non è più ignorabile e che richiede riflessione: le seconde generazioni in Italia, ossia i figli degli immigrati, che chiedono voce e riconoscimento.
Necropoli è un romanzo pubblicato nel 1967 nella lingua dell’autore nato a Trieste, lo sloveno, e tradotto a partire dagli anni Novanta in numerose altre. Si colloca sulla linea che da sempre accompagna le opere di Pahor, in cui si fondono esperienza di vita (e di morte) nei lager tedeschi, impegno politico, lotte per il riconoscimento di lingue e culture storicamente represse.
Il terzo romanzo dello scrittore nato a Sarajevo ruota attorno alla figura che ne dà il titolo, un padre che racconta se stesso in prima persona, guardandosi da fuori, come se fosse un altro. Il padre del titolo, infatti, è anche voce narrante, che crea, in un gioco di distanze ed accostamenti, un’immagine complessa e confusa di sé.
Un atterraggio sulla luna, un allunaggio appunto, è ciò che vive il protagonista del romanzo dello scrittore rumeno Mihai Mircea Butcovan, che, catapultato in Lombardia, ha la sensazione di essere finito in un altro mondo. Le atmosfere, le sensazioni, le descrizioni che si hanno in questo diario un po’ atipico, in cui all’inizio di molti capitoli spicca l’assenza di data e luogo, sottolineata dall’autore con la dicitura «manca la data», trasmettono al lettore la sensazione di estraneità e sperdimento, smorzata sempre dalla vena ironica e burlesca che non abbandona mai la scrittura.
Incalzato da Claudio Bazzocchi, Fatos Lubonja ripercorre le tappe della sua esistenza e analizza nel contempo la storia contemporanea dell'Albania. Figlio di due esponenti della nomenclatura albanese, il padre direttore negli anni settanta della televisione nazionale, ebbe ampio accesso alla cultura internazionale e imparò presto anche lingue straniere. Quando l'Albania si isolò sempre di più allontanandosi anche dalla Cina, Hoxha perseguitò chi aveva favorito uno sviluppo liberale e quindi anche il padre di Fatos.
Quattro sorelle reagiscono in modo diverso alla ferocia della dittatura (in questo caso di Trujillo, nella Repubblica Dominicana), secondo la loro differente natura, la loro religiosità ed i loro rapporti con i mariti. Il termine ‘farfalle’ si richiama alla dolcezza della natura (e della vita), ma è anche il nome di battaglia di tre delle sorelle, personaggi storici realmente esistiti che attraverso l’immaginazione l’autrice fa rivivere nella loro realtà profondamente umana.