
Il giovane Omagua resta isolato dal suo villaggio in seguito ad un'alluvione. Nella notte riceve protezione dalle ombre protettrici della selva ed ascolta i racconti di come tutte tre sono diventate tali. Da ciascuna riceve dei doni magici e con l'aiuto di un papagallino ed una scimmietta sopravvive nella foresta salvando molti animali e avviandosi a diventare anche lui un'ombra consigliera.
Un pastore vive ritirato nella solitudine del deserto, tra le sabbie abitate un tempo dalla gazzella e le rocce dominate dal muflone, tra magia e realtà. Ha vissuto con la madre e il padre, poi completamente solo:fino a quando non arriva il sanguinario mangiatore di carne con le sue armi micidiali e la sua volontà di sterminio.
L'antropologo denuncia il pericolo di sottolineare le differenze culturali, anche per sottolinearne l'arricchimento che possono apportare alla società: il presunto rispetto dell'Altro può mascherare intolleranze e discriminazioni e l'eccessiva etnicizzazione può, lo abbiamo dolorosamente sperimentato più volte, dar vita a pulizie etniche. In realtà, ovunque, ci sono PERSONE, molteplici esse stesse e mutabili. E gli uomini sono molto complessi, per dirla con Amadou Hampâté Bâ: “Le persone di una persona sono numerose in ogni persona”.
Il grande autore racconta due fiabe popolari con intenti morali. La prima -il flauto- sottolinea i comportamenti opposti di due fratellastri e delle loro madri: i terribili spiriti della foresta premiano il ragazzo più modesto e leale, puniscono l’avidità dell’altro. La seconda -il tamburo- ha per protagonista una tartaruga. Dopo aver casualmente ricevuto un dono dal regno dei morti, viene presa dal desiderio di potere. Pensa di utilizzarlo per dominare sugli altri animali, ma le conseguenze sono nefaste.
Nella trilogia (Il crollo,La freccia di Dio, Ormai a disagio) Achebe racconta, dalla parte dei nigeriani, la storia di tre generazioni. Il forte guerriero Okonkwo che, vista l’impossibilità di resistere all’avanzata di nuovi costumi, pone fine in modo vergognoso alla sua vita. Il saggio sacerdote Ezeulu che vuole conoscere la cultura dei bianchi e spera di poter convivere con loro: ma i bianchi non sono venuti per capire.
Nella Lagos indipendente e corrotta dell’epoca postcoloniale si intrecciano le vite di tre uomini colti che erano stati amici in gioventù. Ora però il brillante ministro e l’appassionato giornalista si scontrano con quello che è ormai diventato un sanguinario dittatore. Le vicende politiche si intrecciano con quelle personali ed affettive.
Sono gli anni '50. Momo è un ragazzino ebreo di dodici anni. Abita solo con suo padre, per la verità poco presente, dopo che la madre, quando Momo era ancora piccolo, li ha lasciati.
Ibrahim è un uomo ormai anziano, originario della Turchia, ma che da molti anni vive a Parigi. Ha un piccolo emporio in un quartiere popolare della città, dove vive anche Momo.
E' proprio nel negozio di Ibrahim che i due protagonisti si incontrano, tra i furtarelli di Momo e gli sguardi dolci e privi di rimprovero dell'anziano arabo, anzi, turco musulmano di confessione Sufi, come ama precisare con pacatezza Ibrahim.
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano però non è un film sulla religione, o meglio, non è un film sull’astio tra religioni diverse. Certo, la vicenda che narra di un bambino ebreo che viene iniziato alla serenità e alla vita da un vecchio mussulmano potrebbe far pensare a u discorso sulle religioni, ma non è proprio così. Piuttosto è un film che cerca nelle diversità degli esseri umani, qualsiasi esse siano, i loro punti di contatto per trarne fuori gli spunti positivi.
Momo riceverà dall'esperienza di Ibrahim i fiori della sua saggezza, che dovrà imparare a coltivare in modo da rendere fertili i consigli per la sua vita adulta. Avrà anche in dono quella serenità che la vita non gli aveva riservato. "Sorridere rende felici" ripeteva sempre Ibrahim.
Parvez è un pakistano emigrato in Inghilterra da ormai trenta anni. Vive a Breadford, nel centro del paese, fa il tassista, è sposato con Minoo e ha un figlio, Farid. E' un uomo pienamente integrato nella società inglese e ne condivide appieno gli stili di vita. Sogna per il suo unico figlio un avvenire sicuro, una piena integrazione, un diploma da ragioniere per riuscire a conseguire un buon posto di lavoro e una brava ragazza, magari inglese.
Farid è un adolescente come tanti in Inghilterra, fino a quando comincia ad avere comportamenti strani: lascia improvvisamente la sua ragazza inglese, si sbarazza di tutto, dai libri alla chitarra, si ritira in una vita ascetica intenzionato a tornare in modo radicale ai valori del suo popolo e del suo Dio.
Parvez, visti i comportamenti insoliti del figlio, di primo acchito pensa che si tratti di droga, ma ben presto capisce che il suo ragazzo ha preso la strada del fanatismo religioso.
La ribellione di Farid assume proporzioni intollerabili quando una sorta di santone, per suo volere, si insedia prepotentemente nella casa di suo padre e inizia ad istigare dei giovani compagni di Farid alla rivolta contro il fenomeno della prostituzione, prendendo di mira proprio un'amica di Parvez.
In questo film, che realmente parla di scontro culturale, peraltro all'interno della stessa famiglia ed escludendo quindi una volta tanto il connubio “origine-cultura”, un padre e un figlio decidono di vivere due vite diverse, dividendo nel mondo i componenti dell'intera famiglia.
Hanif Kureishi, autore anglo-pakistano dal cui romanzo è tratta questa pellicola, affibbia al figlio la parte del conservatore, del “fanatico”, in modo originale e contro tendenza.
Tirana - Niko è un cinquantenne ex segretario del Partito Comunista Albanese ed ex professore. Suo figlio Mikel è emigrato in Italia ma lui non ha notizie da tempo anche se con regolarità giungono soldi alla famiglia in Albania.
Niko, raccimolato il denaro, decide quindi di organizzare il viaggio per l'Italia, dove vuole rintracciare suo figlio, scoprire che fine ha fatto e che cosa è diventato.
Il piccolo Moctar, costretto a lasciare la sua casa e gli amici più cari per raggiungere il padre emigrato in Francia, non riesce ad adattarsi alla nuova vita. Le sue inquietudini e le sue angosce si materializzano in una iena che lo insegue, perseguitandolo, ovunque lui vada. Non è pazzia; solo Paulo, però, lo capisce e lo aiuta a sconfiggere le sue paure affrontando la iena.