
Il libro cerca di smontare i luoghi comuni preferiti dei razzisti italiani mostrando loro come fossero stati impiegati contro gli italiani in Argentina, Francia, Svizzera, Australia, Stati Uniti, quando le vittime di calunnie, discriminazioni e linciaggi erano friulani, veneti, lombardi e piemontesi...
I libri di Stanišić, e anche questa silloge di sette racconti, sono un continuo movimento di viaggio da una parte all'altra della terra, dalla Bosnia al Friuli soprattutto, ma anche dalla Bosnia all'Australia, al Canada all'Oriente. Sempre però lungo uno stesso binario: quello di una scelta etica nella vita.Si contrappongono spesso personaggi egoisticamente ignari, o volontariamente egoisti, a pacifisti disponibili, a uomini attenti, solidali.
Sono due racconti, di cui diamo solo un'indicazione sintetica, nell'impossibilità di rendere il profumo di questo scritto. Ne vanno assaporati lentamente i pensieri e gli accenni, la complessità dei rimandi, i ricordi che affiorano, le autoironie, i paesaggi, l'odore e lo scintillio della neve.Il primo, che dà il titolo al libro, è una conversazione a più voci tra diverse persone che si incontrano in “uno di quei treni che vanno da Ovest a Est e da Est a Ovest”.
L'autrice ha adottato la lingua del paese in cui ha scelto di vivere e in italiano ci trasmette questo testo autobiografico in cui ricompone in piccoli quadri la storia della sua famiglia e di tutta un'epoca.La prefazione di Predrag Matvejević ricorda la tragedia del padre morto giovane, dopo aver subito la prigionia a Goli Otok per aver tenuto fede ai suoi ideali, e quindi la materia storica e la vicenda personale; la postfazione di Mia Lecomte ne sottolinea l'espressione lirica che trova del resto conferma anche nella sua attività poetica.A simbolo di questo modo di scrivere citiamo un es
E' la storia di cinque giovani intellettuali che vivono tra Lagos e Ibadan, il giornalista Sagoe, il pittore Kola, il diplomatico Egbo, lingegnere Sekoni, il professore Bandele. Nella Nigeria postcoloniale questi amici sono i portavoce-interpreti della loro società, ma la complessità del romanzo va al di là di una semplice rappresentazione sociale, di una riflessione sui primi tempi dell'indipendenza.
Otto racconti dall'esilio di Teheran ambientati nell'Afganistan in guerra degli anni '80 e '90.
Apparso nella collana i Mappamondi che presenta racconti bilingui scritti da autori immigrati per ragazzi, italiani e non, come ponte tra storie, lingue e culture diverse, il libro racconta la storia dell’autrice, che giovanissima fuggì dal proprio paese, l’Eritrea, per sfuggire alla prigione della dittatura etiopica. Pubblicato per la prima volta nel 1993 è stato riedito di recente. Testo tigrino a fronte.
Da dove vengono le persone che si muovono nelle nostre città? come sono arrivate qui?Questo testo non ha pretese letterarie, è scritto a quattro mani con con Gina Abbate, ma è una pagina preziosa per chi vuole capire, sapere qualcosa di più.Gli stranieri parlano volentieri e raccontano molto a chi li vuole ascoltare. Del loro paese, della loro famiglia, della loro vita di prima. Ma del viaggio no, niente del tutto o ben poco. Qualche accenno, uno schermirsi rapido che sottintende molto.
Sono racconti surreali, in cui non c’è confine tra vita e morte. Pensati in cella d’isolamento, scritti in carcere, in campi di lavoro o di confino, sono stati salvati con ogni possibile sotterfugio fino ai tempi della liberazione: il sollievo nel pensarli ed il grande desiderio di vederli pubblicati sono il tema del primo testo: "Requiem". Nel racconto che dà il titolo alla raccolta gli orrori dell’esistenza si materializzano, gli incubi coincidono con la realtà.
L’ambiente è quello rurale di un villaggio a nord di Gerusalemme, con una natura, alberi ed uccelli, che partecipa essa stessa alla storia come un personaggio. La voce narrante è quella di un bambino, poi divenuto adulto, figlio di una donna taciturna e bella, con una ferita profonda, e di tre padri: un allevatore forte e introverso, un intelligente mercante di bestiame, un romantico sognatore che offre splendide cene al figlio rivelandogli i segreti del passato. E’ un romanzo d’amore (anche quello della sorellastra per la madre del protagonista) di emozioni, di relazioni interpersonali.