Per la Sede RAI di Trento continua il programma radiofonico "Liberi di vivere", in studio Giorgio Balducci, programmista regista della RAI e Maria Rosa Mura, letture a cura dell'attore Mario Cagol.
Imprigiona i Palestinesi ai quali non è lasciata altra scelta che quella tra l'occupazione e l'esilio. Molti rinunciano a vivere per una lotta che non è mai eroica, molti altri muoiono troppo giovani.
Per la Sede RAI di Trento continua il programma radiofonico "Liberi di vivere", in studio Giorgio Balducci, programmista regista della RAI e Maria Rosa Mura, letture a cura dell'attore Mario Cagol.
Giraffada, liberamente ispirato ad eventi realmente accaduti nel 2002 a Qalqilya, racconta una situazione di cattività, quella degli animali dello zoo, come specchio della situazione in cui vivono i palestinesi dei territori occupati. Yacine è il veterinario di uno zoo di Qalqilya, cittadina palestinese a ridosso della West Bank. Vive da solo con il figlio Ziad, un ragazzino che adora gli animali, soprattutto le due giraffe dello zoo, Rita e Brownie. Quando Brownie cade vittima di un bombardamento Rita smette di nutrirsi e Yacine e Ziad devono inventarsi un modo di procurarle un nuovo compagno. Ma entrare e uscire dalla zona controllata dai soldati israeliani è assai difficile, figuriamoci insieme a una giraffa. Giraffada utilizza l'animale "nato da un cammello e da un leopardo" come testimone del desiderio del popolo palestinese di sollevare lo sguardo oltre i muri e le ottusità degli uomini.
Rani Massalha è un regista nato in Francia da padre palestinese e madre egiziana e riesce a ricreare efficacemente il clima di oppressione nei territori occupati, raccontando il "potere magico" di un ragazzino che non si rassegna allo stato delle cose ma continua a sperare (e pregare, al contrario del padre che "non va più alla moschea") in un miracolo.
Da un'idea di due ex-studenti di architettura francesi, trasferitisi a Berlino dove hanno fondato l'atelier LIMO, che in esperanto vuol dire "frontiera". Il documentario racconta di un viaggio lungo l'antica cortina di ferro, dal mar Baltico a quello Adriatico, alla ricerca di coloro che da questa ex frontiera sono stati segnati per la vita. Olaf, Zbigniew, Vaclav e Vanda non si conoscono, ma ognuno di loro ha la sua storia da raccontare su questa frontiera che unisce, isola, distrugge e ricostruisce. Questo il sito dell'Atelier dove si può trovare il trailer del documentario: http://www.atelier-limo.eu./it/pages/3/films.html
Adattamento del romanzo di Albert Camus, questo film ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Lo stile del regista è come sempre asciutto ed elegante, evita inutili infarcimenti estetici e si concentra sulla pulizia e sull'efficacia dell'inquadratura. Protagonista è lo scrittore Jean Cormery che ritorna nella sua patria d'origine, l'Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione algerina è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L'uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica.
L'editore Donzelli riprende un racconto scritto e illustrato da Tashlin nel 1946, solo apparentemente per bambini, fiaba e satira moderna.
Un orso esce dal suo letargo e non trova più il bosco che ha lasciato prima dell'inverno. Al suo posto solo fabbriche, capannoni e ciminiere. Ha un bel dire che è un orso, tutti lo definiscono "solo un babbeo col cappotto di pelliccia e la barba da tagliare", un operaio che non ha voglia di lavorare.
In anni recenti Chiara Ingrao pubblica testi di narrativa. Questo è una favola dolce dedicata alle nuove generazioni di bambini che magari hanno la pelle un po' scuretta, ma sono italianissimi e tifano per la Maggica Roma.
Proprio grazie alla magia, di una aristocratica strega-gattara, Habiba riesce a vincere le sue paure, a scoprire cos'è e cosa sa fare, a stringere legami di amicizia profonda e felice.